Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

382 G. Do RIA, Del colore locale ecc. Nondum matura· est. Il Doria laverà presto l'offesa nella cantina di Michele Capasso, alla Torretta. Gli dirò io intanto che in qualche pagina di questo libro egli è così buono scrittore, che si meriterebbe (quasi) d'esser nato toscano. PIEJTRO p ANCRAZI. GuY DE PouRTALÈs, Nietzsche en Italie. - Grasset, Paris, 1929. Fr. 12'. Fu primo Enrico Thovez, una ventina d'anni fa, a ripercorrere le tappe dell'ultima, avventura «umana» di NietzschP, prima che la follia lo isolasse dal mondo vivente. In un « saggio encomiasti<lo l> sulla città natale, intitolato Augusta Taurinorum (ristampato l'lel volume Il vian– dante e la sua orma, 1923) il Thovez notava- come alcuni, dei più curiosi atteggiamenti mentali del formidabile distruttore scino 'Connessi intima– mente con Torino « poiché il Nietzsche stesso si è affrettato a dichiarare che non rampollarono dal caso, ma da particolari condizioni dell'am– biente fisico ed umano,>. Quel che il Thovez ha fatto per il soggiorno torinese di Nietzsche, il PourtaJ.ès fa ora per l'intiero pellegrinaggio italiano del grande infelice, dal 1876 (Genova e Sorrento) al 1889, l'anno della catastrofe. Il triste inverno di Torino, tredici annì dopo l'inverno genovese, suggellava l' ultima avventura terrena dell' uomo che agitò così profondamente l'arte e il pensiero dell'ultimo Ottocento e del quale il tempo nostro continua a sentire l'incerta grandezza e quasi a sof– frirla. È abbastanza recente, e s'aggiunge con caratteri di solida preparazione filosofica e critica alla lunga bibliografia nietzschiana, i.I libro d'un italiano, Manlio Castiglioni (Il poema eroico di Federico Nietzsche, nella raccolta di studi sulle Letterature moderne, diretta da Arturo Farinelli, Bocca, Torino, 1924), che tira le somme sul conto di Zarathustra e della sua eredità, definendo i caratteri inumani della fantasia nietzschiana e proclamando il fallimento della posizione profe– tica di fronte alla storia: l'epilogo tragico del poeme, e della vita di Nietzsche è il corollario della mancata inserzione del mito nella storia, dell'eroismo nell'umanit~. Il Pourtalès, dedicando il suo Nietzsche a Paul Valéry, si rifà da una proposizione dell'autore di Eupalinos: « Je ne concevais pas que ce violent et vaste esprit n'etlt pas fini avec l'invérifiable >l ; e le conferisce un significato estensivo : « Ni nous, mon cher Valéry, n'en avons fini. Car dès qu'aux oeuvres de l'esprit, l'amour ou la haine viennent prendre leur part de création, l'invérifiable s'étend et gagne le centre de nos raisonnements. Or, si c'est aux dépens de leur solidité, peut-etre n'est-ce pas sans ajouter quelque chose à leur mouve– ment, à leur partialité: il deviennent vulnerables, et, du meme coup, vivants >l. È sotto codesto aspetto appassionato che il Pourtalès cerca il suo Nietzsche; un Nietzsche romantico, presentato mediante una <e suite ll d'immagini· che si propone d'illustrare la logica assurda, ma tenace, del cuore di colui che il Castiglioni accusa di mancanza d'umanità. « Non si fa uomo, nei suoi errori' e nelle sue conquiste reali, ma eleva tutta la vita nella sfera del superuomo .... È un'esaltazione che dà pretesto a tutte le intemperanze, gli squilibri, le degradanti eccessività del- BibliotecaGino Bianco

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