Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930
368 G. Gallavresi - Il salotto di donna Vittoria Cinw. industriale lombardo, quali Giuseppe Colombo, Ernesto De Angeli e Giovanni Battista Pirelli. Un francese di nobilissimo ceppo viveva fra tutti quegli italiani che lo consideravano a buon diritto loro pari e di cui egli traduceva talora gli scritti, Paul Solanges. . Tale fu, e questi pochi nomi, in parte tuttora celebri, hanno fra tanti altri solo un valore di simboli, la vita del salotto di donna Vittoria Cima per circa quarant'anni, sino alla fine del secolo scorso. Subì allora ·una prova pericolosa, con la morte di parecchi tra i più fidi amici, la partenza da Milano di non pochi altri, la rapida mutazione nelle opinioni, nei sentimenti e nelle costumanze degli italiani. La crisi parve superata, grazie alla tenace volontà di Colei che, quasi settantenne, non voleva assolutamente invecchiare, e seppe radunare attorno a sé un manipolo di giovani, benevolmente accolti dai vecchi frequentatori superstiti. Così il salotto parve rinnovarsi e talora allargarsi in vasti ricevimenti, quando passavano da Milano illustri ospiti stranieri e quando vi si eseguiva dell'ottima musica. Donna Vittoria, che era stata sul punto di prendere lezioni dallo Chopin ed aveva meritato il plauso di Gioachino Rossini, fu un'appassionata ed intelligente pianista che non abbandonò la tastiera se non nell'ultimo anno della sua lunga vita. La guerra mondiale, disperse molti dei frequentatori; uno dei più giovani ed apprezzati, Paolo Ubertalli, vi lasciava la vita. Mancavano ormai all'energica vegliarda le forze fisiche, non le morali. Continuò a viaggiare, a suonare, a scrivere finché la raggiunse la cecità; poi a farsi leggere giornali e riviste dalla sua fidata lettrice, finché dovette rinun– ciare ai ·ricevimenti serali e contentarsi di qualche conversazione, a piccoli gruppi, nel. tardo pomeriggio, piuttosto atteggiata a rievocazioni del passato che a commenti del presente. Donna Vittoria lottò· ancora con fortezza cristiana per oltre sei. mesi : ma il salotto era finito e dal giugno del 1929 le sue porte erano. chiuse. GIUSEPPE GALLAVRESI. BibliotecaGino Bianco
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