Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

Notornìa della Spagna 361 mantiene non tanto in. quanto è essenza spagnuola, bensì in quanto essenza umana, per essere il popolo, più di ogni altra classe formato di . . . ' uom1m veri. Severe sono le condizioni in cui il singolo uomo del popolo vive. :È separato dal mondo diverso sull'altipiano di Castiglia a cui s'accede male e in cui si comunica peggio. Il duro clima di geli, di cicloni e di rovesci, gli ha fatto inventare la «capa», il mantello, e questo lo isola ancora di più, gli crea intorno un'atmosfera personale. Il paesaggio è immenso, « mare pietrificato e pieno di cielo » ; non risveglia nel cuore allegrezza di vita, non istiga con la sua opulenza l'animale nascosto nei corpi; mà nemmeno ricrea gli spiriti. Meglio che panteistico è paesaggio monoteistico. Solo Dio è Dio, la vita è un sogno, e il sole non tramonta nei miei domini: questi tre motti si ricordano a contemplarlo. La letteratura tipica rappresenta a preferenza elementari conflitti umani, disegna, a linee energiche, persone; e che è la pittura, se non un'ammirevole galleria di ritratti? In quest'atteggiamento, come ée lo spiega ancora Unamuno, gli spagnuoli tirano al conGreto: « Nullum hominem a me alienum puto ». Non cercano l'humanitas e l'humanum, ma « l'uomo di carne e d'ossa, quello che nasce, soffre e muore, che so– pratutto muore, quello che mangia e beve e giuoca e dorme e ama, quello che lo si vede e lo si ode, il fratello», quello senza aggettivi, contrario al z6on politio6n, all'homo reoonomious, all'homo sapiens. Eccoci al punto culminante, a quell'individualismo che gli spagnuoli acclamano o rinnegano, .ma sempre riconoscono come centro e cardine <lella razza. « Casticissinio » per Unamuno, ,è nella letteratura spagnuola il teatro, in cui i personaggi sono saldi, tutti d'un pezzo, e si compor– tano con estrema spontal!,eità. Il dramma spagnuolo non crea carat– teri, in un senso romantico e moderno : fa vivere e agire p.ersone che non hanno complicanze psichiche né conflitti interni. Son uomini dal « profilo duro >> che si esprimono a frasi staccate, battute di versi, spesso a proverbi; poiché « condizioni dell' ingegno spagnuolo son la rapi– dità e la facilità a capire un carattere e l' incompiutezza nello svol– gerlo» dice Menéndez y Pelayo. Ma Unamuno non si contenta della definizione, vuol andar più a fondo; e ribatte che a non saper svolgere un carattere vuol dire che non lo si è nemmeno capito ; cosi Calder6n ricorre col suo « genio sintetico e comprensivo >> a un idealismo dissocia– tivo ( « che esclude tutti i lati prosaici della natura umana>> secondo Menéndez y Pelayo), a un complesso d'idee teologiche, intellettuali e filosofiche, a una caterva di personaggi senza vita: la Fede, la Speranza, l'Aria, il Fuoco, l'Acqua, l'Incarnazione, la Trinità Tombe di ossi, coperte - con un panno di broccato e sopra al realismo, al caleidoscopio dei fatti, fa vigere un sistema di concetti. Ma le idee devon esser incorporate nell'uomo, grida Una– muno. Un uomo! un uomo! è la più ricca idea, piena ,di niml;)i e di pe– nombre e di fecondi misteri. Però Madariaga avverte che il dogmatismo esterno è a volte osten– tato per convenienza; è l'altra faccia e spesso la garanzia dell'estrema 13iblioteca Gino Bianco

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