Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930
360 U. Morra quando sian liberi da passeggere influenze italiane e francesi, ripigliano spunti e forme dai canti popolari. José 0rtega y Gasset, il maggior filosofo della Spagna contemporanea. e, forse per conseguenza, il meno sistematico dei moderni filosofi, conduce– le medesime oeservazioni a un più pessimistico sbocco. È vero, l'arte spagnuola è maravigliosa nelle sue forme popolari e anonime, ma è poverissima nelle sue forme erudite e personali; come la Russia, la Spagna è una nazione tutta« di popolo>> e patisce un'evidente e duratura scarsezza d'individui eminenti. Il valore si è tutto concentrato nel volgo; tutto quel che s'è fatto, l'ha fatto il popolo, e quel che da lui non poteva esser fatto è rimasto ancora da farsi; quando è sorto un uomo geniale, la sua opera isolata e « scoscesa>> non è riuscita a elevare il livello medio della produzione; tra .lui e la folla non c'erano intermediari né comuni– cazioni; eppure questi geni spagnuoli sono sempre stati per metà gente del popolo, così che la loro opera non è riuscita mai a liberarsi del tutto dalla ganga plebea e volgare. Il libro di 0rtega y Gasset dice dal titolo il proposito acre del suo autore. Espana invertebra-da. :È un atto d'accusa più che un pacato giu– dizio, è un atto passionale; e non proclama in fatti Madariaga che la Spagna è la terra della passione? Lo spagnuolo pensa per atti intuitivi che sono assolutamente liberi e anche illogici (Unamuno dichiara « di se– guire il metodo dell'affermazione alternativa d'idee contradditorie >>e d'esprimersi con« un'altalena d'iperboli ))), non sostiene opinioni col ra– gionamento,·nia convinzioni che gli circolano nel sangue. Ortega y Gasset vede il suo paese con il dolore, e qualche volta con l'alterigia di chi non accetta le opinioni correnti, e lo vorrebbe tutt'altro: m'obile e agile e ricettivo com'è il suo proprio pensiero; si disinteressa quasi della sto– ria, quando non se ne faccia appiglio per dimostrare l'origine lontana dei mali che va palesando. Miguel de Unamuno questa lacuna la riempie. « En torno al castici– smo >> sono cinque lunghi saggi, organici e saldi, scritti più di trent'anni fa e raccolti in volume. Ohe cosa sia il cc casticismo >> lo spiega con il solito suo vigore: l'amore del e< castizo >> è l'amore di quel che di schietto,. d'originale è nella casta, la quale, derivando, se è vero, dall'ag.gettivo casto, significa il più puro della razza; per fortunata combinazione dei suoni, la parola castizo si può farla sinonima di «castellano))' quasi a specificarne la perfezione, l'eccellenza: genuino e spagnuolo son quindi la stessa cosa. Si misura bene l'animo d'Unamuno da questo che dell'affi– nità dei suoni fa la sua ispirazioue; non scrive già contro il casticismo, come sarebbe scritto lo svelto libro di 0rtega y Gasset, ma intorno, scavando intorno la scorie dei cattivi concetti a approfondire e a far spiccare quello buono. ' La storia, che cos'è? Non è lo strepito e il tumulto che i più inten– dono, quando dicono « il presente momento storico >>né la tradizione che altri vanno a cercare e esaltano, quando, per ca;o o per pigrizia dei governanti, vieti rottami d'istituti storici tornano a galla: la storia è « il mondo dei silenziosi))' sono i milioni d'uomini che fanno ogni giorno il medesimo lavoro del giorno innanzi, e non si curano di ritorni o di rivo– luzioni. E il popolo, nel fondo del presente, mantiene la tradizione, la BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy