Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930
' Lettera a Sir William Mulock ,ottuagena.rio 357 fiori, paesaggi, arte, sport». Parole sante, caro signore, e soltanto mi dolgo ch'ella abbia tra questi doni dimenticato le bestie,, primi i cani i quali_ di tutte le bestie, sono i più pronti ad assomigliarci e a rivelarci così i nostri vizi e virtù come in uno specchio appena velato. Il mio cane, ad esempio, a vivere con me s',è ridotto pigro negli esercizi del corpo e ,goloso, e quando, come fa in questo momento, ·mi fissa, sembra che mi rimproveri d'averlo condotto col mio esempio in queste bassure. O forse anche questo non è che un mio fantasticare. Perché, scrivendo a lei, ho pur da essere interamente sincero e da confessarle che in queste mie paginette e, credo, nel suo breve discorso, metà è vero e metà è speranza che sia vero. Ma la medicina che s'in– goia senza fiducia, poco o niente giova a guarire. Ora io, a quasi trenta anni di distanza da lei, pubblicamente onorando lei e la sua pratica, questo spero: d'avere da oggi in poi anche meno dubbi di quelli che nelle ore opache m'assalivano sull'efficacia della nostra regola. Ma s'ha da badare anche a queste poche ore di dubbio, d'inerzia e di malinconia. Per scuotersi simili fardelli da dosso, i vecchi hannol alla peggio, una loro propria consolazione : che la vecchiezza passa anche più veloce della giovinezza. · · UGO OJElTTJ. BibliotecaGino Bianco
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