Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

Cinquemila lire 353 E ora seguiitava a chiudersi 1I1ella sua pena, a lasciare ohe quella donna li trasci1Il31Sìse s mpre più iJn basso, nella tID.iJseria, nel 1IJ1ale: era lei egoista : IIlOIIl avev·a saputo vol€ll' bene ; si sarebbe dovuta attaiOcare a Felice, ,serbarlo, s-aJV'arlo, .per iJ. 1benesuo e dei :bambini. Ma la Fosca aveva gettato ila ,sorte su di loro ; li faceva vivere 1nel peoooto; •s:iJnché c'era lei, no:n c'era ,sOOJII1po. Era lei che aveva fatto divootrur Felice u:n buon'a nulla, a levargli runche qruel :po' di booe che gli aveva dato, a buttarlo via come un cencio, a pre:nder– se:ne un ·aJtro. Aveva l'odio ilil corpo, cOIIIle u:n tumore dliaccio, che si anuovevia, nelle v:uscere; lunghii tentacoli diacci. Non si poteva pregare oon qùel maJe addosso; per poter :ru1tol'1Ilrure dava,nti alla Maid.001na e guardarla ililvdiso,e pa,rlarle, prima hisogmava estirprursi dal core qruella vergogna, quel maJe. ( O ontinua). DELFINO OINELLI. :23. - Pl.oa,M. BibliotecaGino Bianco

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