Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

352 D. Cinelli ---------------- bluastre; sui oiottoli finiva-di ,secoorsi UIIlaborraccim1 setosa, verde, a :filamenti filili, raJVvfa,ti tutti per un verso, oome ca,pelli, IIlella quale era anoor•a il 1 sofoo di una corrente che IIlOIIl scorreva più, che s'era seccata; e ,sui sassi più grossi, qua e là, s'era fermato un sedimento di fog!lie e di fuscelli secchi. , L' Angiol:ùna .scese sino alle acque : l'Elsa :im.ma, gra, impoverita, odorava fortemente di disfacimenti vegetali, come d i :fioriture mal– sane, ma la oorrent:im.,anel mezzo era ,sempre pulita e chiara : so1I10 a.oque che scendono dalle folilti dei molilti e p:aissaaiodai boschi. Sopra a lei, il terrffilo tufaiceo, IIlella curva dove le acque rode– va1110 d'i più, si sf·a1dava sotto alla corteccia erbosa che rimanev,a salda. Di 1 sopra, erbe alte, cespugli di oliltamo e salciaie si piegava.no come se stessero per frrunare; ,sotto, grandi grotte d'omb ra s'inter– lilava.no 1I1el tufo: entrando nella svolta, l' Angio1l:ùnavide i ciuffi oespugH ati muoversi, e stette forma, come impaurita. Ma perché prililla anoorra di vederla, pensò ,subito alla Fosca? Aveva appena visto muovere i cespug1li, non aveva nemmeno distinto se erano forme umane. Ohi era, oon 1a Fosca ?-Si v,oltò, tornò ililt!lietro, per non vede r megl io. Oosì poteva dubitare : aveva avuto l'impressio1I1e che :si r 1 i •sem.te a chiudere ,gli ,occhi quamdo si sa che a aprirli si v,~drà ullla cosa br.utta , ma, si sa lo stesso che quella oosa avviene, e forse farebbe meno pena a guardare. Com'era scuro, ora, l'imbrunire ! Pareva impregnato del volge,re dei giorni che l'aspetrtaiva1110 per far della ,sua vita un tor.mento sempre IIluovoe ,sempre quello, aggiungendo una goccia d'amarezza ogni ora, O<gllli momento. . Intorno a lelÌ le cose si rriunivano, diventavano poche e grandi; il paese prem.deva la COIIlsistenza scura, l'immobilità poosierosa della II lotte; Mo1I1teMaggio si era chiuso in u1I1·amass•a nera; a orioo.te le colline impallidivano oome ,se ,si disfaoessero; ma al di 1là, in u na sfociata lo1Ilt3Jlla, a,pparivano le groppe dei monti di Mon– tieri più azzurre del cielo. Gome era ,sola e piccola, lei; e òome era gra111de il mondo, e come sarebbe stato bene di potersi smarrire per semp,re in quellla,paice azzurra, e che poi veni•sse la, notJte. · OOIIl un'rn,esprimibile felicità, COiil il sollievo di chi affoga e trova sotto le ma111i una cosa solida soda udì :finalmente le voci dei brun– brni. Ma oon quelle, e col t~mare 'della coscienza e deUa forza di viver.e e la 1I1ecessitàdi difondersi si vidle drumnti lia Fosca rtra lei e la vita., tr,a lei e i suoi bambini~ ' Come stavano bene, lei e Felioe, prima! Era .stata troppo umille, troppo rassegnata, no1I1 aveva difeso il suo bene. Avrebbe dovuto lottare, ;per il bene di tutti, a1I1chedi Felice · •a11ora. Invece si era ritirata; gli •aveva ,dato tutti i diritti: gli a~eva. d 1 ato la voglia di approfittarne. BibliotecaGino Bianco

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