Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930
348 D. Cinelli quelle grumbe ,scallze che ,scavalcavano il greppo non gli volevaino amdar via dalla, mente. Come aveva fatto a resistere queg1li anni chi-uso in città ? XIII. Era già qualche giorno che 10. sora Clèofe 1110111 veniva più a, Samta V~diana. Dap,pil.':irrna l' Angioli111anorn ci a.veva fatto caso, ,poi oominciò a chiedersi se .fosse ·311IlIDaJ.·ata ; ma già prendeva a abituarsi a sentirsela mancare; oome se fosse stata tolta dal suo. posto Ila .'sua Miadon111a;avviertendo con urn' arngoscia rasseg11m1ta che UJil'altra delle ,poche cose che l'aiutavano a vivere, veinirva a mancarle. Non che non se 111e 11aimentasse : accettava amche quello. No111 sapeva rrumIDJaJl'ioorsi ,delle .sue disgrazie, nemlm!eno co!Il se medesima. Ma UJI1 giorno che era a sedere al .solito posto i111 chiesa, il curato si fermò accrunto a l,ei, che no111 l'aveva visto venire, e le· disse: · - ,Sapete, Angiolina, la Olèofe ,sta male. S'è messa a letto, e ho p81Ura,poveretta, che noo s'abbi,a a levar più. Andatella a ve– dere; farete una carità. L' Angioli111a, tolta dalla .sua estatica dimelllticamza ebbe da fare a raccapezzarsi. Il prete aspettaiva pazientemente. - Povera Olèofe ! VaJdo subito. - E si meravigliò di n,0111 sa– pere dove mava di casa e di doverlo chiedere al curato. Allma la prese l'impazienza dii andar subito, come se avesse paura di no111 trovarla più viva; e ill rimorso di essens 1 ene dimenticata, di averla già fatta passare attraverso la sua v:ùta, ora che c'em richi81Illata, le ooceva; le .p,areva di essere 1111 peccato. La vecchietta viveva ,s ola in u111a statllza a rnn pian ter:reino che daVJasulla istrada, in una ca.sa vecchia, bassa, !Ilella quale, quamdo l'E1sa in piena straripava, entr a.via un palmo o due d'a,cqua. Sulle pareti si vedev·a 11'-orlomotoso che la.sciavamo le piene, e larghe ehiose d'Uilicidosalivano su per il .rq,uro. L'Angiolina ci trovò UJI1'al– tra vecchia che l'a,ssiste,va da quando era malata, e stava a dormir lì, ,perché la Olèoifeaveva paura di morke sola. Ma dove dormi,sse, non si capiva; fors-e sull'wpiantito,, su una coperta. Un tamfo .acuto e leggero, di vita rinchiusa, prendeva alla gola. - A veder la a letto 111:0111 pareva che la Olèofe fosse malata · m,a, si ~ rupiva ch e e_ ra deb_oliss ima perché a qualsimsi movimento, ~ anche a parla.re , s1 affatioo.va subito: pareva che si dovesse stancare a s orridere, a g uardare. D opo di aver rivoHo all'Angiolina qualche pa,rola di ,ringrazia.mieinto ,a,ccompag111amdola d!a un ,sorriso dolcis– simo, m.tto di nul1la, ,si tlnÌse a ,!luardare ,per aria stando immobile ~ ' ' BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy