Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

Cirquernila lire muoverli e riinnoivarli. Che bei coltri pel grano farebbe quest'aamo CO!Il le bestie nuove ! E U111.a volta rallevate le gioveinche non c'eran più paure; ma il tempo, il tempo ci vuole .... Quam,do oominciava a seintir 1a stanchezza ,serip,eggiargli nelle membra, Felice entrava in uno stato di ubbriaichezza. Daicché lawo– rava, era d1maigJ.'ato a,noora; maJI1giaviaoosì pooo. Tua diventato minuto, ar1do; aggriinziva come la carne attaiccwta per ,seccare, rinvecchiol'IIliva come un di quei quercioli stenti che bàrbioano nel sasso. A guar-dargli le br.areia, pelle e ossa, noo si capiva come potesse durare alla fatioo. Pareva che lo facesse di ,rabbia, e invece lavorava volentieri, con um gusto dispettoso. Qurundo si al~aiV'aper ripigliar fiato e raid.drizzar la schiena che a ,star chino s'in:dolen - ziv,a, presto, nello spacco della camicia gli 1 si vedevano le costole del petto scal'IIlo e pe1oso alzarsi e aibbaJSs3Jl'si.A lavorare, no111 parlava IIIl&. E lllOIIl sudava punto. Quando ebbero mangiato quel boccolile, si stesero ipiù a comodo, per prendersi uin po' di r1poso. Felice aJCCese l,a,sigaretta, e -si mise a ,guardar tra i loppi, sdraiato sullo stomaco, col C3ipoappoggiato sui g-ooniti.Felice, da assafa,riato, nolil siitrovava male, alilzi. Pa.reva nato per fare il ,dipendente. Quamdlo .sapeva quel che doveva fare, aJ1davia iin fondo. Si adattava, prendeva il dirizzooe, nolil gli riu– sciva dii saicrifizio ; basta che lllon ci fosse da peinsare. A falciare il fieno, era UJ10 svago. Il sabwto riscuoteva -quei pochi, e n0.n ,c'errun seccature. Se iiilvece di •aver la carne iin tavola, gli toccava di mrun– giar pam,seooo, pazienza. Del resto, mamgi,ava poco, Felice. Chi aveva le noie, ora, era Tito. Bastava guarda.rlo per crapire che era pieno di ,pernsieri. Felice glielo volle dire : - O che h•ai, sei taJ1to 1I1ero? Tito lllOIIl era in umore dli rispondere a g,arbo: - La,scia,mi stare. - Si ,sfrucolilava le ,gengive COIIl un filo d'erba secca. Scroll81Ildo la testa oome per scacci·are una mosca importUIIla, tornò ai suoi pensieri. Tito andav,a su e giù da quegli aliti a quei bassi che 1o prende– vruno allo stomaoo e gli faceva,no sentire il vuoto sotto come quando si arriv·a al sommo dell'altalena, iin quell'01ttimo che ,sembra si debba oontinurure avanti nell'aria, e ci •si sente digià tirare indietro dal pesro. Che .poteva contare la vendita di un po' di fieno dli f.rolilte a,i debiti, e .più gli iinteressi, alla scadenza? Ullla trentina di quiin– tali, si e no mille lire .... - Lo vedi, eh, a esser riooo, qu8Jllltipensieri? - :vaceva Felice, contento, tirando su UIIlabella succhiata di fulIIlo, facendo:Sela girare per i polmOIIli, 1 so:ffi 1 am,dolia, via, chiara, fina. Si ,sentiva leggero colJile quel fuimo. Tii.to lo guardò Iru1le. A vederlo co 1 sì carponi con le membro BibliotecaGino Bianco

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