Pègaso - anno II - n. 3 - marzo 1930

Cinquemila lire 343 esser lei; che ci f~eva nella ,stana a quell'ora? Mise i piedi IIlÙdi nelJle scarpe e piano scese la scala, girò dietro e-a.sae di sul greppo guard:ò nella fiillestra. C'era lume dentro, ma dail vetro carico di polvere e di ragnatele nOIIl.passava altro che un chiaro diffuso, nel quale ,s'indovinava il soffitto IIlero e le grosse forme bia1I1chedelle bestie. Tito soese e s'avvicinò alla porta: in cima, da un'asse oonsumata, si poteva ve– der dentro. Gli parve di sentire U1I1 frusdo di passi dietro di sé nel buio; ma aveva già gli occhi nella buca e non ci fece caso. Dentro, la Fo,sca mungeva la vacca che dJava latte al redo. Tito si sentì salire il saJil.guealla testa: ooco perché la vitellillla non fa– ceva la créscita che avrebbe dovuto: quella ,sciagurata Ile'portava via l'alimento. Sempre lei ila cagione delle disgrazie; forse, ilil qual-· ., che modo che egli non poteva immaginare, era .stata lei anche per lia morte della vacca vecchia; lei, sempre lei, alla sorgente di ogni iIIlalanno. Ma, benché avesse piacere dii credere che stas·se a quel modo, non arrivava a capire per che motivo la Fosca mulllgeva a quelJl'ora dii IIl•OtJte;, invece di entrar dentro a sfog-ar 1 si, aspettava. Così la sua rabbia si calmò, 1lascianclolo attento e ,stupito. A veder Tito scendere di sul greppo, il cuoricino della Marietta che. aspettavia nel buio si era messo a battere forte, ·a affolla~si di terrore. Veniva verso di lei, su di lei. La bambina s'intirizziva ilil un gelo di marmo : sentiva l'uomo v®irle addosso, come se già ill peso d~lle sue m81Ilifosse sulle sue ,spalle : ma IIlon s'era mossa ; l'uomo ,era svoltato •senza vederla e si era fermato alla porta della stalila. Allora non aveva più potuto resistere: era ,scappata. Era scappata sino alla porta -di casa, ma prima di salire s'era se– duta ,sugli scalini, seirra.ndosi la bocca nel grembiulilllo per no1I1 farsi Se!Otirsilllghiozllare, per chiudere il pianto dentro. E ora? Salir su, buttarsi a letto acca1I1toalla mamma, che sollievo! Due salti su per le scale l'avrebbero tollta dall'aingoscia insoffribile che cresoeva dintorno, dentro di lei, al terrore dii quell'uomo che pareva una bestia venuta dalla notte per aggirarsi dintorno alle case. Sentiva la passione maligna che correva fra Tito e la Fosca; nolll avrebbe potuto Fiopportare di vedere il male con i suoi occhi. E stava ferma nell' oiIIllbra de]Jla !porta, ool cuOII'ein bocc·a. Mia il latte per la mamma? E in0osciamente muoveva qualche passo •avanti, attratta <; respinta. QuaJ11lovide la Fosca uscire òJalla stalla ool bricco e vooir verso di lei senza acoorgersi dell'uomo che spiava dietro la porta, im– mobile, ]a barnbillla si sentì crescere, diventar grande e forte. Che importava il male che le avrebbero potuto fare? Or:mai era sicura; esalltata e fredda al tempo stesso. Franca e libera and'ò da sé dalla Foscia, e prese il bricco dalle sue mami. Era investita di qualche BibliotecaGino Bianco

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