Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

Cinquemila lire · 213 111eva di assumere per conto suo averi, trediti e debiti di Felice, e di liquidare i debitori pagandolli per metà in oontrunti, .subito .. Dopo qualche opposizione, accettarono tutti, mooo un d:roghiere di Ool!le, il quale in questo genere di affari ,si trovava in oonoorrenza del Cec– chini, e toone duro; e bisognò P'agarlo per intero, alla zitta. Felice, dapprima, si era opposto e ,aveva fatto la voice grossa come se anoora fos-se in suo potere di mi:nacciare chissà che co~a : preferiva vedersi ,spogliare per via legale che a qu.el modo. Per otte- 1I1ere il suo consenso il Oecchillli gli offri di lasciarg1l.i quelle quattro ,stanze dove •a;bitavano; di fronte all'alter:nativa ò1 non saper dove rioovera,re la famiglia, Felk,e a.cccttò. Aveva a,noora in tasca buona parte dei denari ricavati dalla ve11dita delle bestie, e ,si .sentiva tranquillo ,oome se dovessero durare per sempre. Li teneva sempre aiddosso : aveva paura per,sililo del- 1'Angioli!ll•a, [a quale, del resto, ,sembrava. non si accorgesse di nulla. Dicono che fra gli effetti immancabili dell'avvici1I1arsi della po– vertà, ,sia l'allontaina,rsi degli amici; ma era proprio Felice da sé che cercava di .star solo; nolll stava più bene che solo. Ques.to gli succe– deva ainche aJl caffè, nelle botteghe. Mentre pl'ima era il centro dei gruppi più rumorosi e allegri, ora, Tulloper U!llO,Mlche i com– pagni più ,stretti lo lasciavano stare. Felice si metteva in U1I1 angolo e digrumava in UIIl'estasi passiva, ,tranquilla, tra sé e sé, mentre gli piaceva di sentirsi d'into:rmo il rumore, le voci, il via vai della gente, come un acoompagmamento ilil sordina che non interrompe il pigro vagare dellla mente, nel fumo della sigaretta. Una sera, a un tavolililo a,c,canto al ,suo, parlarono di Tito. Forse, sul princ ipio, non avevan visto Felice, o piuttosto cap-ivain-oche era ooone.se nolllci fosse. Infatti li per li quei discor,si nemmeno a lui non f ecero nessuna impressione ; IIlOnarrivavano a dissipare la 1I1ebbia che l'isolava; •se qualcUJ10 fosse andaito a sooterlo e ·a domandargli se intendeva quel che dicevano ·aocarnto a lui, Felice non avrebbe potuto rispondere. Invece, 11'i1Ildomanimattina le parole udite ma non intese, gli si presentarono limpide e prec1se nella moote, come se le avesse meccanicamente registrate, e la memoria le ripe– tesse, ora. - Vedete dove -si può arrivar con l'economia? Tito dell'Acqua– viva, l'avete conosciuto tutti quando era operaio a Quer-ceto con quella zingara della ,su' doillila. Quanto sarà ? Quattro o cinque anni; tutt'al p~ù sei. Ritrova,rsi a compmre il podere, è un bel fare. Ohi parlava era un mezzano di beni ·al quale ve10iva tributato molto rispetto per motivo della sua rico!llosciuta abilità di tirar sangue da una rapa. Se a qualcuno faceva comodo un pezzetto di terra intorno a casa, o se una ca-succia era d'impiccio per l'i!llgrandi– mooto cTellafabbrica di materiali laterizi, si trovava semp,re che era . BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy