Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

198 P. P. Trompeo avrebbe fatto il ,suo ainico Sainte-Beuve, l'ingegmoso rabesco: ma è runche evidente che il suo è un giudlizio ab irato) un'inconscia rap• presagHa su quel suo strumento di tortura. · Perché l'elegia, chi voglia legger11.a:è sempre reperibile. Basta domandlare in qualouna delle nostre biblioteche d'origine conven· tuale i Lusus poetici allegorici sive elegiae obleotandis animis et moribu8' informan,dis accomrnodatae di Pier,re-Juste S.autel, gesuita francese del secolo XVII. Questo libro fu in gra.ndissima voga neltle scuole fin che vi durò l'insegnamento umanistico aJll'runtica, cioè tutto latino, ed ebbe molte edizioni, anche italirune. Nessuna :mara• vigilia p,erciò che il illl/3JeStro di Stendhal se ne gioVl3Jsse,U3Jlltopiù che l'autore, del:fi111ate anche lui, dovevà essere in particolare onore 111ellla sua provincia 111atale.L'aibate Bremondl, che 111el primo volume della sua grande Histoire littéraire du sentiment religieux en France ha dedii.<Calto a Sautell tre gustose p0;gi,nee senm volerlo ,mri hia così messo sulla via di questa identificazio111e,non esita ad affermare che La Fontaine deve quafoosa al lati111istagesuita. Certo, questi è nel suo genere un caro poeta, e il suo latino è u111 inoonto : un latino d'oro, ma d'oro fi1110, anche se un po' tropp,o im.gegnosam.ootelavorato a fìligraam, eiOin.e quello dei ,suolÌconfraJtellii Mario Betti!Ili e F\a,miano Strada, per ricordarne dlue dei nostri di poco anteriori. Si sente in lui lo spirito di quel placido tramonto dell'umrunesimo che vide papa Urbano VIII, autore egli stesso d'eleganti versi latiiili, decre: tare l'emoodlazione del Breviario iiil o.maggio alla purezza della lin· gua e aJlla ,prosodia. I romaintici, che pr,ote,steran1110 in difos,a del misticismo e dle!ll'ingenuità primitiva, sono ainc.ora lonU3Jlli. L'elegia del :martirio di Stendhal, lJ/1,1,sca in lacte naufraga 1 è proprio la prima del primo libro di Sautel. Vorr,ebbe dimostrare allegorioomoote la verità di queilla parola dei Proverbi: ((Fili mi 7 si te lactaverint peccatores) ne acqwiescas eis >>. Ma il buon gesuita, come ha ben visto il Bremo1nd, 1110n aveva lo ,spirito ,sermocimmte: rinvia là morale. obbligrutoria alla fine della favola e per distici e distici si iliverte come un lettore dei Souvenirs entomologiques o megilio aincora di Ciondolino) a seguir la mosca 111elle sue avventure,. a spiarne l'indole, i costumi, i gesti. Con che paterna sollecitudine l'avverte dell'insidia! Verte fugam, quo, musca, ,volas, ignara perieli ? Haec tibi, ni revolas, causa doloris erit. (moggi via, mosca: dove vai, scapata? Ah, che guaio ti ,aspetta se non ti alloqtani !). Ma la piccola avventuriera non gli dà ascolto e gira e rigira, intorno alla ciotola tootatrice : Accedit, sensimque leves delapsa per auras Posuit in ignoto cruscula fessa vado. BibliotecaGino Bianco

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