Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930
196 P. P. Trompeo Or,a in quell'runno 1794, se è esatta la cronologia che si può rica– viare approssimativamente diaalcuni dati della Vie de H enri Brulard, il pr-ofessore di latino del piccolo Beyile era certo Durwnd. Era il terzo d'una .serie. Il primo era stato un tal Joubert, che l'ino-rato al'llmno ci descrive oome un pedante montanaro, alto, ma- o . gro, pallido, arcigno, rinvoltolato in un sudicio e lacero •soprafato, e che, dopo avergli insegnato alla stracca un po' d'i grammatichetta, era morto (di miseria?) lasciand(Jgili in eredità una traduzione di Quinto Curzio, << ce plat Roma.in ,qui a écrit la vie d' A1lexwndre)). Il suc,cessore, l'abate RaillllJnne, non era U[l uomo ordinario, come ha ben visto e detto 1o ,storico della giovinezza di Stendhal, Paml Arbe– let. Prete ~elante, a,postolo infaticabile, pronto ad andare incontro al martirio come ,dimostrò durante il Terrore, non mi stupirebbe che in quegli amni epici avesse detto qualcuna di quelle sublimi parole che Claudel fa pronunziare al suo rude curato Badilolil. Ma, duro con gli altri come oon se s·tes,so, doveva nella vita ordinaria esser p,rivo del dono della simpatia e perciò tutt'alltro che adatto a guidar negli studi U[l ribelle qual era il picoolo Beyle. Nel rioordo di questo egli restò come il tipo del pedagogo ,aguzzino, complice de' suoi tiranni familiari, ipocrita, iracondo, incapace di gentili a:ff.etti, 1 a,sse11tored'una religione foscia e assu11da: i tit,01lidi << noir ooquin )) e di << parfait jésuite )) non gli son risparmiati nella Vie de H enri Briilard e il rapido ritratto che ivi è dato d:i lui (un sinistro omuncolo dal palllore verdognolo e dallo sguardo falso sot to le tremende ,sopracciglia) è già sul 1:uipo di quello di Rod:im.nel Juif errant : rutro che cmra!to Brudi1001 ! QuaJe :fosse il su o valore um ani– stioo non sappiamo : l'efficacia didattic,a doveva essere però scarsa se ,a un ragazzetto dotato com'era Beyle d'immaginazione poetica e d'un vivo sentimento della natura non era duscito a ispirare l'amore di Virgilio, del quale gli faceva leggere le Georg·iche magni– :ficrundoglieneavid 1amente le bellezze. (È vero che il ragazzo ignorava quel tanto dli latino necessario a int,endere il testo e per venirne a capo rioorreva a una •traduzione francese opportuna.mente nascost•a nel crumerino di casa). Du:rand, che suc,cesse dunque all'abate Raillanne, non doveva essere l'ultimo dei pedanti se di lì a 'lln anno, apertasi a Grenoble l'École Centrale (che è come dire ii ginnasio-liceo del regime repub– bllicruno),vi fu chiamato a insegnare il latino. Ma Beyle ci dice che quando il dottor Gagnon aveva chiesto al suo professore dei lumi su qualche passo oraziano dli difficile interpetrazione il povero dia– volo non er-a riuscito a cavarsela, anzi n9n avrebbe neppur oompreso in che consistesse la questione: quanto ai testi che spiegava da vent'anni a' suoi soolaretti, li avrebbe saputi più o meno meccani– camente a memoria. Calunnia in0onscia dello· spregiudicato disce– polo? Checché ne sia, Dur,and aveva agli oochi di Beyle il merito BibliotecaGino Bianco
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