Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930
SETTEMBRE E LE NOCI. L'3ill!Ilo arriva, a settembre così colmo di esperienze, che ,si po– trebbe dire :fi1I1ito. I tre mesi che restamo, sono UIIld'i più, proprio nulla aggiungolilO ana ,sua economia essenziale; direi che hanlilO una funzione splendidamente pleonastica, com'è di giusto in un mondo fatto con tainto lusso e senza badare a spese. Ma per raggiulllgere tale equilibrio, - poiché ,settembre è il mese più equi1ibraito ed in pa,ce, - l'anno 1I1eha piass-aite di belle : i rigori rm@ti:ficwnti deil gennaio e del .suo vicino, i ma1umori puerperali del marzo, i lam.guori d'aprile, le femminili val1lità del maggio, le vere esagerazioni del giugno e del luglio, le scalmane e le i11sorlazionid'agosto. Ora, ecco, impro,vvisamente si placa, come un Iddio ohe si fa più benigno. Alllche in questa faccenda, l'interprete migliore è sempre la sacra Liturgia, che in sé riflette e regola i movimelllti e le vicende delle .stagioni. Infatti col 14 settembre, che è l'Esaltazione di Samta Croce, ella IIlOn fa più dire l'Oremus a,d repellendas tempestates : segno che son cessate le minacce dell'aria, le bufere non imperver– sano più, e il mondo entra. in un clima più fiducioso e, sereno. Anche il vivere si fa più domestico e bello e, dovunque tu sia, ti par d'essere illl villa. In verità questo è un bel benefizio che deriva al settembre da quel suo trovarsi a cavaJllo di due ,stagioni, anzi dall'esser lui il tenipera,mento dell'estate che va e dell'autunno che viene. "Così l'uomo .può badare in pace alle ,sante e soleggiate opera– zioni della campagna,, agli ultimi raccolti che riempiono i sollai, ai preparativi della vendemmia ora che l'uva imbruna, e all'abbac– chiatura delle noci che mena in giro il laico cappuccililo a cercare la carità per il Convento. Poni mente ,sul far deilla sera, come miracolosa si fa la traspa– renz;i, del cielo, più sfogato e !lavato; sicché anche le cose ti paion più vicine e più care del solito. Deliziosa e umamissi,ma rivelazione: più belli i cieli senti farsi sul capo, e più car·a la terra ti si fa sotto i piedi. E poicb.é altri sonni fa fare l'aria ,sottile e chiara dalil' aria torbida e grossa, la IIlotte anc~e i sogni son più dilettosi e lieti, e l'immaginativa più IIlermba. BibliotecaGino Bianco
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