Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

Il latino in iscorcio 189 Abbiamo varcato, senz' accorgerce111e, i limiti della preistoria, ma non vogliamo laisciare la storia senza osservare che il Meillet, scienziato moderno e qui111di filologo e filologo no111 :romantico, fa nella -storia della lingua la debita parte ali' influsso dei grandi scrittori. La glottologia è nata, oome la filologia, disciplina roman - tica, e ha sempre imma,ginato influssi del popolo ,sugli artisti. Il Meillet ,sa che irunovazioni linguistiche, oome ogni moda culturaJle, no111 ,soltanto salgo1110,ma, e molto più, specie irn certi periodi, in quelli di cultura diffusa, scendono, tanto più rapidamente quanto più forte è la perso111alitàdi chi crea. Fa p,iacere legger,e in u111'opera glottologica interi paragrafi su Cicerone e su Virgilio. Del latino quale lingua i,n special modo «logica>> ill Meillet, ,per quel che vedo, non fa par,ola, o almeno a questo concetto ,egli 1110m dà rilievo particolare. For,se fa bene : nell'este111sioillenella quale viene, a nostra vergogna, predioata an0ora in mo1ltescuole italiane, · quella logicità è una leggenda, inventaita appunto dai maestri di scuola in un momento del periodo positivistic,o e democratioo nel ,quale il liceo umainistico appa,riva mirnacciato in tuttia Europa, per- sino nei paiesi latini, persino i111 Italia. Allora si scoprì (o si tornò a scoprire u!Il'altra vollta dopo P.ort-R,oyal) che il latino quale 1Ìil1- gua eminentemente logioa era aàattiss:illll:oa esercitare le menti gio– V8Jllili e a formarle; era discipliilla di valore dialettico superiore alla dialettica ,stessa e alla matematica. Ora quel periodo di astoricità naturalistica, 'cioè di abbassamento intelllettuale, va declinrundo in tutt'Eur-opa, è già tram001tato per l'Italia. Noi studiamo il latino perché è la lingua dei nostri padri ; perché la nos,tra letteratura patria più antica è appunto latina, quella medievale e moderna è oper•a di ,uomini che eramo nutriti di letteratura latina, ed è quindi incomprensibile per chillillqne non sappia di latino, per chiunque 1I1on001I1oscagili a,ntichi modelli che i nostri grandi ham.no avuto din 1 anzi agli occhi. Questa sarebbe giustificazione su:fficieinte. Ma noi ,studiamo ainc6ra il ilatino e il greco oome espressioni e documenti di civiltà dalle quaJU la nostra civiltà deriva e che pure sono, Ìlll certo ,senso, Ìllloommem.surabili oon essa. Noi vogliamo in– isegn:arè ai giovruni delle nostre classi dlirigenti a comp,:rendere e sentire che i v-a,lori che essi considerano più assoluti, sono divenuti storiCMnente. Educare i giovami attmverso Ila storia alla libertà, è giustificazione sufficiente del sistema scolastico che chiam0ino uma– nistioo, e che io vorrei potesse un giorno meritare il nome di uma– ni,stico--storico. Di questo ID.ito noi non abbiiamo bis,ogno. Il lllucleo storico di esso si riduce a, ben ,poco. Dell'ultimo periodo repubblicaino è dive– nuta per noi classica, canonica, specie la lettemtura prosastica più alta, l'eloquenza e la filosofi.a, specie di Cicerone. Cicerone mira a, correttezm nOlll sollo grammatfoale ma logica; egli adopera in quei BibliotecaGino Bianco

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