Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

188 G. Pasquali presto, certo già nel III secolo, mescolata in larga misura COIIl allo– o-eni ,specie artio'ia,ni o-reci essi stessi o ellenizzati, ma che pure t:, ' t:, ' t:, • aveva già quel tanto di salda forma nazi01J1aleche la metteva m o-rado di fare deo-li elementi stranieri came della sua caroe e san- o t:, o·ue del ,suo ,saino-ue. È •sta/todimostrruto pur ieri, da Eduard Fraen- 0 ° d" 1· kel, che P[auto può supporre nel suo pubblico conoscenza 1 m- gua greca e di miti greci: il suo pubblico era oomposto per la mag– giore di popolani di città. È un diletto leggere nel Meillet come Plauto ricavi effetti oomici dal oontrasto tra il vocabolario della lingua s·eria, prevalentemente latino, e quello ,del ,piacere, greoo. Greche erano le bestemmie ; gre<;oera, è arncora in italiano, il voca– bolo per lo schiaffo, di cui schiavi e popolarni avranno usato e di.scorso più che non le persone bene educate; greca la mod•a; •greca anche }a banca. riù bassi di c01J1dizione sono in Plauto i perso111aggi, e più grecizzano. Il patriziato terriero sarà stato piuttosto purista, come sono anc6ra contadini e proprietari ag,ricoli di frornte a pro– letariati e bor·ghesie cittadine ; ma il purismo gretto 1110m ha mai creato lingue mondiali. Vi fu prima del lievito greoo un lievito etrusco ? Vi fu, se g1li Etruschi furono dal VII al V secolo potenza egemornfoa rnell'ltalia Centrale, se .uina tradimone ro.marna, rigettata o velaita drulla leg– genda crunonica, narrava che a Porsena riuscì di espugnare Roma e di tenerla per qualch e tempo sotto il suo dominio. È provato che buorna parte dei no.mi propri romani .si ,spiega con nomi etruschi ; etrusche paiono anche le denominazioni deille tre tribù urbarne Ti– ties) Ramnes e Luceres. Molto di più il Meillet, uomo prudente, norn afferma. Di certo rnazionaJ.ismo etrusco che qui da rnoi alza ora il capo sp,ecie rnelle disoorse dei dilet,tarnti e che fa della civiltà romalll'a una civiltà etrusca, am.zi, più misticamente e peggio, ricol– lega il fiorire della T-osoan a nel Ri nascimento coll'etruscità dei suoi abitanti, il Meillet, uomo serio, .sorriderebbe, egli che pure am– mette oon il Merlo che l'aspirazione dellle sorde intervocaliche negli odierni d1aletti tosca111i sia veramente U111'eredità etrusca. Gli Etru– schi non potevano dare quel che non avevamo, una civiltà originale. E la maggior parte dei tcrmilili, per lo più tecnici, che i Rom'8Jlli harnrnoricevuti da essi, è filtrata attraverso l'Etruria, ma deriva originarh11mente d,aJ1a Grecia: così, io credo di averlo dimostrato altrove con argomenti anoora n'on cornfutati, una parola che in greco :indicava un fiume infernale, ma nel laitino arcaico è il nome del mondo di là, Aoheruns. La cultura etrusca si rivela per moilti rispetti tributaria norn solo della cultura greca, ma dell'italica, forse della roonarna 00111temporanea.Termini importanti in un campo che a.i popoli antichi sta tamto a cuore come queillo della parentela, sono atti111ti al latino. È errato immagililarsi gli Etruschi come la. parte che sempre dà e mai riceve. BibliotecaGino Bianco

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