Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

Il latino in Ì8corcio 187 coltura ma commercio .. Questo che i glotto1og'i ignorano, ,sanlllo gli storici : un grrunde storioo, tedes00 ma, che ha msegnato per tutta la su.a vita in Italia, a Roma, il Beloch (Romische Geschichte, 336), scrive: « Roma era, già nel VI, certo poi nel V secolo, una città im– portamte; a giudicar dall'estensione, .[a maggiore dell'Italia Ooo– trale_ Questo ,siuppo,ne che commercio e a.rtigimm,to fossero quii in fiore .... Ed è illaturale che questi artigiami fossero esclusiv3Jlllente, o quasi, plebei>). Io s0ommetterei che il fatino, il nostro latino è stato elaborato illel qua,rtiere plebeo, sull'Aventino. Uno dei lieviti della trasformazione che dal latino ha portato al romanzo (il Meillet non llle f.a parola) è stato, lo abbiamo detto, il greco, il ,greco degli Orientali popolalili e piccoli borghesi, stabi– liti in illumero maggiore IIlell'ltaJlia Centrale ma abbond'81Ilti runche uielle province. Il greco (e il -M€i1let lo rfoonosce) era stato il lievito che già una prima volta, nel III secolo a. O. e prima, aveva ecci– tato e regolato una, prima trasformazio111e del latino. L'azione de11greoo ,sul latilllo è stata continua, da u111 periodo che per Roma~ preistorico, mentre per le.genti greche è storia piena e lu:miriosa, sino alla trasformazione, allo spezzamento del latino 1I1eiparlari romanzi. E questa considerazione spiega forse il mira– colo di cui dicevrumo in prilllcipio. Il latino, benché lingua di u111a città sol-a, ha assorbito man mano lo spirito ,di una lilllgua che è stata prestissimo lingua di cu1Itura, che già nel III secolo era lingua mondiale, il g,reco. Questo .spirito gli ha fornito la forza per con– quistare il mondo. Roma già in tempi antichissimi atti111geparole importanti dai diaJlet-ti doriici dell'IvaJia Meridionale, di quella ,stessa lta1ia Me– ridionale dallla quale (se attraver,so gli Etruschi, non si può ancor dire) deriva il suo alfabeto : più tardi essa prende dalla Koiné. Greci .sono in latilllo, con ogni probabilità, i nomi dell'olio e del- 1'olivia, ,certo quelli della bil31Ilcia, del bagno; greci i nomi di molti pesi o, che è lo ,stesso, monete ; grooo il verbo che esprime l'attività del illOochiero; g.reci '3/llche i IIlomi della sp:aida, della maochina guerresca; greco persi1110il termine per il bastone del- 1' araldo e .per 1}apena. Al greco, dunque, il latino rieorre per la nomenclatura di un'agricoltura più r,a:ffiinata e redlditizia, quale gl'Italici hanno trovato sulle rive del Mediterraneo, per la nomen– clatura della cultura materialle, per quella del 0oillllilerdo e della navigazione, ma persino per quella dell'arte della guerra e del di– ritto, che furono pure attività predilette dei nostri padri Rom001i. Questi ter.mfuli sono stati in lati1I10per lo più adattati, trasformati, assorbiti. Io sono fer1mame1ite convinto che un'aristocrazia terriera o una plebe rurale, classi che per loro natura so1110 ooinservatrici, non ci sarebbero riuscite mai e poi mai. Vi riuscì una pllebe che fu B1bhotecaGino Bianco

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