Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

Il latino in iscorcio 183 prevalentemente ionico. Questa lingua «comune», almeno per ciò che è essenziale, e tranne ecceziollli chiare ma rare ca,ccia di lllido 1. ' g 1 runtichi dialetti; i llluovi non ·proseguono direttamente gli an- tichi, ma 1I1asoo1Do da un nuovo spez,zamento di questa (dingua comune)). Quest'ultimo è fotto silllgola,re. È singolare (e mostra qua1Dtolo1Dtana fosse la letteratura greca, da ogni realismo) che 1Dei vari ·generi lettera.ri si oontin:ui tmdizfolll·alimente aJd· rui-0ip,rare il diaJletto che per ragioni di nascita usò il fomliatore di ognuno; che gli epici s'ingegnino di ,scrivere in omerico silllo aill'età biza,ntina; che le parti liriche della tragedia attica sian-0, almeno nelle formè grammaticali, vernida,te di dorico (più che una vernice non è, e spesso stinge) ; che persino la p:ros,a d'arte, dopo avere adoprato suppergiù la. lingua c,omUllleper un paio di secoli, già in principio dell'Impero si volga a imitare nelll'elocuzione modelli attici di quat– tro -0 cinque secoli p,l'i,ma. Tutto questo è singolare; ma nel resto che differenza c'è tra la storia del greoo, così sc,arnificata, ridotta per neoessità espositive così al 1Dud-0 scheletr,o, e quella per esempio del ~desoo o dell'itaJia1Do, magari del fralllcese, ,sebbene l'unifica– ziollle alllche 1lingu1stica sia ,stata in Francia oos.ì precoc,e ? Il latino è un miriaoolo: esso è originaria,mente la lingua non di una Illazione, ma di una. città, Roma; e h:a oonquistato pro– gressivamoo.te l'Italia, la Romània, il mondo. Non paia questa Ulll'esageraziollle. Sotto l'Impero fu l'3J1Jina l' Afri,ca .settentriolllale; dal Medioev-0 sino a ieri le coste orientali e meridionali del Medi– terralll•eo ha1Dno par1lato la lingua fralllca, cioè ulll gergo commer– ciale che aveva a fondaJlllento i òli,aletti delle città marinare d'Ita– lia; gli ebrei caociati di Spag1Da,divenendo levantini, hanno ripor– tato in Oriente una forma moderna del latino, lo spag1Duolo, sulle coste e nelle i,sole dell'Egeo, a SaJlonicoo come ,a Rodi. L'India, fin– ché la Compagnia non acquistò potenza, fu molt9 più fralllcese e portoghese che nolll inglese. R·omanza fu, si può dire, tutta l' Ame– rica,. anche parte gramdissima di quelli che chiamiamo ora gli Stati Uniti; hanno civiltà romanm il Canadà e l'America del Sud. Tutto questo è a-rcinoto, e non vale la pena di ricordarlo; esaltare la Chiesa cattolica quale diffonditrice di latinità, è ormai persilllo triviale. Ma lo stesso tedesoo non sarebbe qual è, se gli .si ritogliessero tutte le •parole e oo,struzioni che deriva dal latino, o direttamoote o· per il tramite di lingue romanze, specie del f.ranc,ese, ma in certi campi (bamca, musfoa, esercito) anche dell'italialllo. Ed esso adidir~ttu_ra lllOnsarebbe, se si volessero c:ancel11a,re da esso tutte le espress:wm e costruzioni che, pur edifi.cate con materiale germanico, sono ispi– rate a m-0delli latini. Durrunte -la guerra l'iinìperatore Guglielmo propose ali' Accademia de!le Scienze ~i B~rilin,~.di pu:i~care la lingua, ma l' Aooaidlemia 1 am1mosame1Dte r1fruto : g1ll!mpTeshti e a~oor più i crulchi h13JDno druto alla lingua tedesca la ,sua forma essenziale. ibliòtecaGino Bianco

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