Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

178 B. Cioognani scena vera. E l'avvocato credeva che la repuginanza alla vita me– schim.a a ridurre il tenor della vita al puro indispensabile, fosse u111a repug~anza di lui, che fosse lui a 1110111 si volere, a non si ,sapere adattare al sacrificio, al lavoro .... - Bisogna pure, mio caro, avere il ooraggio .... - Non l'ò. Ma era un altro corag'gio che Stefano Muzzi confessava di 1110n av,ere. E tirò fuori il faz,zoletto dli tasoa e s'asciugò il sudore che gli imperlava la fr,onte. Eppur,e 1110,n era caldo: i primi tepori, ap– pena, del Maggio. Quando la sera tornò a casa ebbe rimbrotti dalle sue donne per aver riitardato : - Stasera siam di teatro: andiamo dalla Borboni. ... ErMlo tutte e tre in pigiama per esser più ,pronte poi a vestirsi da sera. A lui no111 eralll piaciute mai tanto, 1110n gli erano mai parse tanto graziose, non gli era mai così risalt·ato come sua mo.glie sem– brasse piuttosto la sorella maggiore che la mad!re delle sue figliole. Quella seoolllda giovinezza della moglie era penetrata in lui più sot– tilmente, oon u111·a più acuta voluttà diiquel che, un tempo, la prima: nel desiderio che egli se.ntiva ancora di lei, c'era qualche cosa di più profondo e di più terribile : di peocaminoso. E, quella sera, 111es– suina amante dei tempi giovanili l'aveva attrauto oosì, co111 la cru– dezza che c'era in quegli occhi. Esse stupi;vano : - Ohe ài che ci guardi in codlesto :modo? È la prima volta che ci vedi in pigiama? La oolpa è tu;:i,d'esser tornato tard[. Vieni, sta– sera, oon noi ? A noi basta che tu ci dia l'automobile. _ Egli rimase in casa, aspirando l'odore che le tre donne avevrun lasciato per ·tutte le stanze e s•erbando ancora 111egli oochi lo scintillìo del manteno che •avevaaddosso la m.oglie. A una cert'ora si chiuse a segr,eto dentro lo studio : ap,rì la cassaforte, cercò im. U1111 inserto di documenti, trov'ò, trasse fuori la polizza d'assicurazione. Richiuse la cassaforte, ,spiegò sul piwno della scrivanìa la polizza : lesse at– tentamente, come se allora per la, prim:a volta, tutte le condizio111i stampatevi 'in_quel caratterino IIDinuto: poi, oome se dalla lettura avesse ricevuto UJnaco111fermadi definitiva certezza riguardo a Ulll dubbio che gli fosse sorto, incominciò a scrivere su un foglio grande del " blocco " ; ma poi ,strappò, pentitosi, il foglio in pezzettini mi– nuti, li buttò nel cestino e lasciata la poHzm sulla iscrivamìa, uscì dallo studio. Andò sulla loO'gia in ,poltro111a e senz'accender la l • • b ' ' uce s1 mise a contemplare la visuale della città illumim.ata. Si svagò i111 quella fantasmagoria di lumi111ara: finché risali poi oon lo •sgual'do alle stelle che sointillanti, a foisarle, ~piccavwno dal– l'infinito fondo della notte. BibliotecaGino Bianco

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