Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930
176 B. Cicognani Egli sorrideva: gli faceva piacere ooche questo riconoscimento della sua bontà oonsiderata come una debolezza. Anche il patrimonio di Stefano, come tutti quelli costituiti a modo del suo sùbito dopo la o·uerra era automaticarr:nemte gonfiato ' b • IIlel tempo ,stesso che le uscite pigliavamo proporzfoni geometr~ca- mente cresoenti. Di fronte però a questa progressione geometrica, l'espansiOID.e ra,stata momentanea, e poi, amzi, c'era stato òllncrollo: egli s'era ilil,golfato in operaziOIIli di borsa e nOIIlaveva saputo liqui– dare in tempo. Arginato il crollo, era ç~ntinuato l'assottigliamento come acqua che lenta IIIlacontililua mangi ill1 un certo punto la riva. Egli aveva dovuto smobilizzare: vendere le proprietà immobiliari, ali€!llare i titoli meno elastici che son anche i .più solidi; e non era bastato : aveva dovuto ricorrere al fido, p,rima bamcario poi amche privato: si trovava esp9sto .per cifre ogrni giorno più rilevamti verso i maggiori istituti dì credito, verso sovventori particolari. Di tutto questo egli [10n aveva fatto trapelar nulla ill1 casa. Nulla era stato mutato [l,eiltOIIlodi vita: "donna Irene", le figliè oontililuavano a fare CO[lti fantastici oon la sarta, oon le modiste .. coi fornitori, a spendere quotidiamamente un occhio in mille cose altrettanto preziose che inutili : quelle che dànno il tono alla vita. Egli per sé cercava di limitare le spese, faceva sacrifizi, si privava di .piccole ,soddisfazioni, oome se questo potesse att€!lluar lo sbilam– cio: infantilità oommoventi: renunziare a levarsi la sete dove c'è un motore di quaramta cavalli che pompa. Qualche voce era COùilinciataa correre di dlifficoltà, d'imbarazzi in cui si tr,ovasse il commendator Muzzi; ma il v,edere nulla mutato [lel tono di vita aveva fatto sì che le voci si dileguassero. Certi orak, si sa, avvengono improvvisamente : l'edificio che aveva oontinuato a stare ritto quasi per miracolo, repentinaimente si sfascia. E il senso che questo sarebbe sucoesso - questione di tempo - era un pezzo che egli l'aveva. !Ma pure, frattamto, la sola idea di d~re ana moglie e alle figlie : « Bisog1na restringersi, far economia, b1sogrnache remunziate .... )), gli sembrav,a una di quelle cose impos– sibili che vengono ill1 mente per un capriccio della f.amtasia. Che la moglie e le figlie non dovessero l'enunziare a nulla di quello che era la loro vita, costituiva per lui qualche cosa come se si trattasse di U[la neoessità elementare dell'esistenza: una [lecessità elementare alla quaJle egli aveva l'obbligo di pr-ovvedere •come per certi ,altri l'obbligo di provvedere il pame. Quando l'amico avvocato, che era amche un pers001aggio politicamente influente - era l'ltato lui che gli aveva fatto avere le onorificenze - gli aveva detto : « Ma, caro mio, la prima cosa è quella di metterti su un altro piede di vita>> egli •s'era distratto a guardare un'acquaforte lì alla parete di facci~ rappresentamte dei muscolosi cavalli trainamti, aizzati da oondu- BibliotecaGino Bianco I I
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy