Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

ll signor 111 uzzi 175 un sop,p rtameinto quasi matemo. Non è affatto il ca,so poi di vedere come ell risolvesse cer'ti problemi e sodldisfacesse a certi naturali trasporti, a .simpatie per altri prov~ e in ailtri destate: il marito 1110!Il ebbe ai sentore di torti ch'ella gli faie,esse, né avvertì in lei mai quale e cosa che rivelasse un orgasmo, Uill disagio, uno stato in cui fosse in perioolo quello che egli domaindava da lei: e questo brusita; lllé Stefano Muzzi esigem di più. Nacquero, a distamza d'un anno l'una dall'altra, le due bambÌ!l1e: « le pupille dei miei occhi)). L'immagine no:n era nuova né pere– grina; ma sulla bocca di quel grosso e grasso uomo che a dir oosì faceva i luccicorni, pareva nuova. E a vederlo cullare in. braccio, sul guruncialone, quei rosei corpiccioli cicciuti e ogni tanto chinare il faccione bolso entro quelle cicce tenere e odorose ancora di !latte e sbaciucchiarsele fin a restare senza respiro, era oommovente. Poi, quegli esserini roseocicciuti divenrnero bimbe e, su su, ra– gazzine e furono ogni giorno più prese e assorbite tutte in quel loro studio di essere quali la vita, la vita da g,odere, esigeva ; e il padre le vedeva ancora co111 gli -oochi c,orncui le aveva vezzeggiate piccine, le sentiva, an0ora sue : esse vivevaino, sì, una loro vita a cui egli non partecipava, vivevrun la vita che vivon le donne; 1 egli, spetta– tore, però si compia0eva dentro di sé a osservarle così 0om'era1110,e percepiva ,solt31Ilto, del loro aspetto, la gioia che a loro dava una vita a quel modo. ·E di codesta gioia quasi si rnutriva così oome avev,a •seguito lo sviluppo mondano dd}a moglie quale davvero un aprirsi di lei a,l soffio deilla felicità: e il sapere che questo veniva dia lui rendeva anche lui, davvero, felice. « Troppo felice)), diceva àigli aimici. D'a,ltra parte, in famiglia, egli era stato, via via sempre di più, considerato ·soltanto e trattato come la persona naturalmente ob– bligata a fare le spese. La vita della moglie e delle figliole s'era fatta sempre di più cerchio chiuso, a lui estr31Ileo. Era laisciato a sé. A lor,o, bastava che egli ,m,ettesse, a una cert'ora, l'automobile a loro disposizione, che le accompagnasse le rare volte Ì!l1cui c'era bisogno della sua presenza; ma come a lui no111 rendevano oonto del modo col quale impiegavano il tempo, così si disinteressavruno a - quella che potesse essere 'la sua vita. Eppure egli era contento: il · suo amore era 0osì disinteressato che gli sarebbe parso d'essere egoista a pretender ,qualcosa d[ più. Eram le donne che stabiliv31Ilo i luoghi di villeggiatura, di bagnatura, il tempo e la mèta e il percorso dei viaggi : egli non era co111sultatomai in null:ai : era considerato in tutto come un brav'uomo, ma che ·a certe cose non arriva, che certe cose non pènetra, urn uomo che non à il senso del vero chic né di quel che cornviene, che va, che ci vuole : «Testai zitto perché non capisci)). E per dire d'una ingenuità, d'una ,minchiooeria per troppa :fidanza, per nn eccesso d'umanità solevano dire: « Cose da papà)). ibliòtecaGino Bianco

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