Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930
166 G. Albini raooolta lllé l'arte così sobria ed eguale, da rendere importune e indi,screte le pause di qualche commento 1 ). Sento che va languendo entro mio petto (frequoote agl'iinizi questo abuso delll'articolo soppresso avanti i possessivi) la vital fiamma, e intorno guardo, .e al mondo sol per me vedo il funeral mio letto. E sento del pensier l'immenso pondo (i111 cOIJltrapposto al senso dell'illanguidjre della vitalità!), si che vo il labbro muto e 'l viso smorto e quasi mio dolor più non ascondo. Poco andare ha mio corpo ad essei: morto : i' mi rivolgo indietro e guardo e piagno i,n veder che mio giorno fu si corto. E in mirar questo misero- compagno cui mancò tempo si ch'appien non crebbe dico : misero nacqui, e ben mi lagno. Trista è la vita, ;;o, morir si debbe; ma men tristo è 'l morire a cu,i la vita, che ben conosce, u' spesso pi-anse, increbbe. Come ci ricorda quello che scrisse poi pel Tasso : « Morte domanda, Chi 111ostromal c-0111obbe, non ghirlanda))! Io piango or primamente in su l'uscita di questa mortal pLaggia, che mia via ove l'altrui comincia ivi è finita. Io piango .adesso, e mai non piansi pria : sperai ben quel che gioventude spera, quel desiai che gioventù desia. Non vidi come speme cada e pera e 'l desio resti 1 e mai non venga pieno, cosi che lasso- cor giunga la sera. Seppi, non vidi, e per saper nel seno non si stingue la speme e non s'acqueta e'l desir non si placa e non vien meno. Preciso e profondo il pensiero che finisce, dopo altre quattro, in questa terzina, benché noo espresso così netto e perspicuo come - il 1) Il 29 giugno del 1916 a Recanati celebrai nell'anniversario del poeta il cente– nario di questa sua rivelazione poetica, e il discorso fu raccolto e stampato col titolo Il Leopardi cento awni fa (Zanichelli, Bologna). Il 5 maggio dell'anno passato inau– gurando a Macerata le « Letture leopardiane >) feci come i paralipomenti di quello, sotto il titolo Triste aurora di poesia eterna, e del secondo discorso furono in parte materia le osservazioni che qui ~pongo, insistendo sull'argomento importante e sopra una tesi, della cui fondamentale giustezza non saprei in nessun modo dubitare. BibliotecaGino Bianco
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