Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

164 G. Albini seinso la mascherò un poco. La fùne no, non ,poteva: era quello che era, troppo schietta e precisa per dissimularla, e la poesia era li. Ohe i versi del ca1I1to I li migliorasse nel frammento, è vero, ma 111 on quanto si potrebbe supporre. Diceva cominciando: Era morta la lampa in occidente, El queto 'l fumo sopra i tetti e queta De' caali era la voce e de la gente, quand'io volto a cercare eccelsa meta mi ritrovai in mezzo a una gran landa, bella, che vinto è ingegno di poeta. Il primo verso fu meglio dopo: Spento il diurno rag?io_ in occi: dente · il sesto con ila sua landa vezzosa e lieta, nOIIl d1re1. Alcum ' altri qua e là di notevole bellezza, oome Piacer prendea di quella vista, e il bene che il cor le prometteva era più grande ... . El tntanto al bosco si destava il vento ... . S'incominciava udir fremer la pioggi.a..., erano poc,o diversi già p,rima. E quello ch'è forse il ver,so più ori– ginale, il più potente a riender,e l'impressione del vero, El il duro vento col petto rompea, era tal quale nell'Appressamento della morte. Ma non mi perdo in raffronti minuti. Era nell'arbitrio del poeta di pubblicare così ridotto nel 1835 quel canto del 1816. Non l'avrebbe fatto, se avesse supposto e previsto che in un giorno lont3/Ilo quel poema, da lui non dimenticato ma vsoluto sopprimere, sarebbe uscito in luoe paJleswndo così e il meditato artificio della rielabo– razione e la maggior vita della c,oncezione prima. Come ho detto, se, ne' riguardi della persona del poeta, avvincente è per noi l'inizio della cantica, bello è l'epilogo, e tale che non era suscettivo di me– tamorfosi; belilo, se wnche non tutto, ~lll parte sì, sobrio e perfetto quale noi oonosciamo :iJlLeopardi. Del canto IV, ove nell'ampio spettacolo sono momeinti, e non so s'io dica r3tpimenti o rimpianti lirici, oome questo : vidi Cristo, e non sono in Paradiso ? e Maria vidi e in terra anco mi veggio ?, la chiusa suona così: certa e verace vision. fu questa. Presso è il dì che morrai. - Qui tutto sparve. BibliotecaGino Bianco

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