Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930
Galleria degli schiavi 157 - È tamto bello - mormorava. - Vorrei che dura.sse un'ora; no, tutta la IThotte;o twtta la vita, e nolil tol'illare mai là. Ebbe un brivido c-omedi ribrezzo per tutta la ,persona. Pensava a suo marito. Anche il padre pensava al marito di Maria. - Per ché è tanto cattivo ? E lo ,sa,, che 1I1on saprei fare niente di m.3.le. Perché mi vuole c011Ure una prig1o1Iliera? Il padre no1I1sapev,a. che risponderle. Era una domilillda ormai vecchia. Avrebbero passato dunque turtta la vita, sua figilia a fargli quella domanda, e lui a non sapere che 0osa rispondere ? Invece di riS1po1I1dervi, sempre sospirava. Anche questa volta .sospirò, po.i si voltò a guardrare la f,amciulla. Di tratto ilil trartto UIIl lampione illuminava la fa0da di lei, che ol"a s'era fartta rosea. Il padre Ireporse U1I1 fawoletto: - Lèvati i1lro,sso,; se se ne •aooorge, ti batte. Maria si levò il rosso ,dJallelabbra, e un poco di nero che aveva meSISo intol'illo agli occhi. Oosì pareva un\li bambina, era molto più beUa; ora la ,sua dolcezza era piena di sfando. L'automobile pass•ava sot<toU1I1'arcata; si riempì d'ombre strane, che si rimes0olarono UIIl momento e svamirono. Poi correva lungo una fila d'alberi irrigiditi sotto [e stelle freddissime. - Perché l'ho ,sposato? - Non dpensare ·a quello che è starto, Maria, - aggiU1I1se con impeto : - Lasci,alo ! Te l'ho detto tamte volte. - Sì, babbo, me l'hai detto tante volte. - Sorrise d'un sorriso celeste, aggiU1I1gendo,a v,oce più bassa, come se le ombre potes,sero sentirla: - E dopo, di che cosa vivremmo? Allora il padre arr,ossì, p,rima d 'ira poi di vergogllla. La 1IDacchw,atravers,ava stra.de ,sempre più deserte; i cartellloni dalle cantonate smisurati a pparivano, poi correvamo via ·scompo– nendosi e dileguamdo. La fanciulla appoggiò un momento Irafro1I1te · 'al vetr,o ,dello sportello. Gereava qualche altro argomento, per di– vagare il padre, tamto buono e povero di forza e in,felice per lei. Ma egili ÌIIlsisté, chiamandola : - Maria. - Dimmi, babbo. - Ho deciso. Te lo ammazzo, così sei libera. Lei sorrise anoora, oome a u:n barrnbino. Poi gli disse: - St1amo art·tenti a fare più pi,ano dell'altra volta, che a momenti si svegliava. Il gior:no che si ruccorgesse ché ballo, anche che sia c•on te, comincerebbe a chiudermi in camera a chiave. - Ma ti ho detto, che lo MilID;azzo.Stasera subito. Il volto dell'uomo era vfoleitto. Ma Maria non si spaventò. Spinse rnna mano ad accarezzarg11i dolcemente una guancia : - Siamo arrivalti. L'uomo sobbalzò, e si fece bianco : BibliotecaGino Bianco
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