Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930
ili. Bontempelli Mia i.I famciullo era avviluppato e .protetto in una fascia di bea– titudirne. Sitava per terminare, lento lento, il gelato. La sua felicità si rundava facendo di minuto irn minuto più chiusa e gelosa. Il fan– ciullo si crede solo nel mondo con quella estrema reliquia di gela,to. Non 111e tog1ie lo sguardo, toroe iin giù gli •?echi verso il cuc– chiailllo che sale. V,orrebbe poter ve'dere e .segmre quella dolcezza anche entro la bocca, guardare giù per la gola, ove ,soende e si liquefo con una ,sì sovrumarna delizia. Fraittrunto già pensa raquando, t:ra poco, finito ill gelato, alzerà il capo e guarderà le automobili che passano. C'è il rumor,e di quelle automobili, che lo chiamruno. Ma lui ,sa irndugiare. Socchiude gli occhi dietro il turbine dei piaceri, il piaoere che 1o oolma, il piacere che lo ·aspetta. Tamto è felice, che ha dimenticato di non essere orfano. Ora 1a dornna aveva puntato .sul marito, e lo te111eva sotto uno sguardo carico. Un istante innamzi !l'uomo stava s·orridoodo soavemente a una cannuCJcia ,sucichfata, mentre ooo le d.iita carezmva l'odo gelido del tavolino. A u111 tmtto le dit,a gli si ferma,rono, il s,orri,so gli s'inceppò e si .spezzò eome U111a chiave ill1 una serratura. Aveva s~– tito quello sguardo giallo sopra il suo cranio. La vita si sospese intorno a lui. Tutt'illltorno è rumor,e, inco·scienza, v,elocità; 11'atmos,fera sopra quel tav,olino s'isola immota. 'M,a a un tratto, ,senza u111 passaggio, illl]tiano i dati del ,dramma. Il bambino aveva finito il gelato, e alzalto il capo verso ile auto– mobili. Il suo .sguardo scintillava come quei cofani lustri, rifletteva i rad[atori d'argento. Tl]tto raggi,ava ìn lui, il sangue e la gfoia giravooio nelle sue arterie rapidi e allegri -0ome ruote in corsa; ed ecco improvviso 11asua felicità con uno scoppio 1o fe' scattare iin piedi, poi alvava le braiocia e bwtteva le mruni allo spettaeolo della vita. Irn questo movimento urtò con la· mano oontro un bicchiere che . ' cadde a terra e s1 ruppe. Allo schianto, di colp,o il fanciullo si ricordò di non essere solo 111el morido, mandò U111 urtlo di spavento. Il padre alzò la faccia soonvolta, si precipitò verso il suolo eome per raggiungere il biochiere, ,si rialzò pentito dell'atto inutile im- ~~- ' Ma la madre mandava s-cillltilledi gioia. BibliotecaGino Bianco
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