Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

cc Il Fanjulla della. Domenica " 133 Lì trovò il suo «pubblico». Lì cominciò, attesa con desiderio, accolta con plauso, l'opera onde gli venne la fama, tarda, ma che ancor dura fresca di rispetto e di simpatia. Il 27 l:uglio 1879, dunque, l'Italia aveva il suo giomale letterario. Se fos.si i111 vena -sentimentale, direi che f.a un certo effetto di tenerezza il primo numero ingiallito del Fanfulla della Domenica. Ci port,a poi in un mondo che par favoloso, già, 00111 le .sue cifre in• faJI1tili: 10 centesimi il numero: 5 lire l'abbonamento aimmale. Niente sommario. Quattro pagine non 111U1merate. E il :giomale si apre oon queste parole di omaggio a Francesco De 83,[lctis : Francesco De Sanctis, al quale ci rivolgemmo pregandolo di man– darci di tanto in tanto qualcosa di suo, ci ha risposto la lettera se– guente: alla quale diamo il primo posto, e perché val più d'ogni pro– gramma, e perché ci par buono augurio cominciare sotto gli auspici di uomo così autorevole e così riverito ! La lettera dell De Sanctis al Martini è assai nota, ma occorre ci· tarne qualche ,passo: Noi siamo un popolo che tenuto per molti anm m una tensione febbrile, ora si agita stanco e apata nelle morte acque del passato e non sa trovar la sua via. Fu la coltura che creò l'unità 1 della patria, ed è la coltura che dee rinsanguarla e redimerla da una decadenza di più secoli. Tu che vuoi chiuder l'uscio di casa alla politica, fai benissimo, perché quello che vuo' tu fare è la vera politica. Già l'Associazione della stampa aveva alzata questa bandiera. Levarsi al di sopra delle differenze politiche, e perseguire ,fini nazionali comuni a tutti i partiti, e massime la coltura che li comprende tutti, questo vuol dire un'asso– ciazione della stampa. E credo ainch'io che la cultura, quando sent,a la dignità di se stessa e non si 1 oonfamini e non sia serva di vitli bisogne, sarà ,sempre la virtù che prep,ara i destini dei popoli. De SaJI1ctis aggiungeva: Giacché penso che· tu non vorrai imitare quei giornali di letteratura dove il comune e il volgare tiene il principal luogo, insegna di gente frivola, che per fuggire gravità pedantesca resta nel trivio, e vi si educa leggera e pettegola. Tu terrai alta la mira, e non lascerai nelle tue mani diminuire questa grande figura cli una Italia sana e forte, mae– stra di buon senso, nemica di ogni esagerazione, e vaga di nuove glorie nell'arte e nella scienza, una figura che noi dobbiamo tramandare in– tatta alle nuove generazioni. BibliòtecaGino Bianco

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