Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

132 F. Flnra Il Lodi ipoi, nella, prefazione atl volumetto Alla ricerca della ve– recondia, r1oorda : Egli (il Martini) col Fanfulla della Domenic_a ci a~e~a dat_o _u~ giornale nuovo per noi, non inferiore forse a quelli stramer1 consmuh, strumento mirabile di educazione e di letizia intellettuale. Ma se tale era il frutto dell'opera sua, non perciò la proprietà del periodico ces: sava. di appartenere al .Signor Obleight, il commendatore, come tutti lo chiamavano. Questi era uno straniero capitato fra noi poco dopo il nostro risorgimento politico; nella lunga dimora mai riuscì a parlar~ cristianamente l'italiano, ma conosceva benissimo la lingua degli affari e se ne valeva con profitto. Quindi aveva trovato di introdurre, di organizzare fra noi la pubblicità nella stampa quotidiana. A poco a poco aveva pertanto assunta la quarta pa;gina di parecchi giornali diversi e anche avversi di partito e di persone ~ per lui ciò era indifferente - e ne traeva vistosi guadagni. Quando era giunto al colmo della specu– lazione fortunata, ebbe un'idea; fondarè un periodico letterario. Aveva sotto mano il Fanfulla che serbava un buon patrimonio di meritate simpatie, e riuscì a trarre con sé Ferdinando Martini, quegli che l'idea poteva tradurre in atto nel miglior modo possibile. Cosi il successo fu immediato e si prolungò, pure accrescendosi, per circa tre anni. A quel tempo, Ferdinando Martini era deputato, e a,ppeina sei mesi prima dell'uscita del Fanfulla dellà Domenica, nella Gazzetta letteraria (dal 21 al 28 dicembre 1878; lll. 51), Giacinto Stiavelli ne part1'ava oome di « uno dei ,più elegainti oratori della Ca.mera», « uno dei nostri più briosi giornalisti)):· In Martini sotto il giornalista si scopre il letterato, come, per contro, e pare un bisticcio il mio, in Martini letterato ci si vede sempre un po' il giornalista.... Come romanziere Martini sta accanto a Gio– vanni Verga. Peccato e Penitenza e La Marchesa, sono due studi psico– logici così profondi da poter rivaleggiare coll'Eva e con Eros. Dillo scrittore di i,;obrio e franco e lucidiissimo temperameinto, che aveva questa fama, e doti di buon imprenditore letterario senza le 'quali •Ulll giornale non ,si fonda; UlllO che poteva oontare a ~ tempo su uomini di ,lettere e uomini politici, pareva ed era il più ad.rutto ad un'impresa oome quella. E ,Martini s'aocinse all'opera oon tutto se stesso. Cercò i collaibo– ratori, li se,ppe attra,rre perfi1I10oon teJleITammi e oome sento dire be t . . o ' ' con . s ~lilli~ ·scn_tte : e a pr·oposi•to di uno di essi, ad esempio, del Noocwm, pote ,scrivere priù tardi: E, lo confesso, io meco stesso mi esalto nel ricordare di averlo io d 'd d' . . ' ' opo que o 1c1 anm, strappato all'increscioso ufficio di istitutore in una napoletana casa di principi e condotto al Fanfulla· della Domenica. BibliotecaGino Bianco

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