Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

M. BOULENGER, Mazarin soiitien de l'État 255 Non domandiamo ai professionisti della storia che cosa ne pen– sino. Qual che si sia il giudizio, noi italiani dobbiamo esser grati al Boulenger, perché se dietro la compostezza solenne dello Chéruel sta in· apparenza lo sforzo continuo di guardare le cose con occhio sereno e imparziale mentre in realtà si avverte una certa riluttanza a porre in piena luce i meriti dell'italiano, nella calda e appassionata vivacità del Boulenger, pur tra eccessi scusabili, la figura del Mazzarino è trat– tata con simpatia. C'è una « arrière pensée politique » ? È cosa che non ci riguarda. Noi giudichiamo il libro per quel che è, con i suoi pregi e i·suoi difetti. Il Boulenger non si occupa di tutta l'attività del Mazzarino e se questa è imperfezione, poniamola pure tra i difetti del libro. Egli si è limitato a metterci" davanti, come dice il titolo, « le soutien de l'État J>, vale a· dire l'abile consigliere e ministro della regina vedova Anna d'Asburgo, lottatore instancabile e trionfatore della Fronda. Opera ammirevole certamente questa del 1\1.azzarino, ma non è tutto. Vittoria sul Parlamento di Parigi, disfacimento della coalizione nobilesca e borghese che attentavano all'autorità della monarchia e minavano l'unità dello Stato, fine della guerra civile che dilaniava la Francia. Bellissimo quadro che offriva ottimi spunti di avvicinamento a situa– zioni contemporanee e il Boulenger non ha esitato a farlo anche quando gli accenni e i riferimenti sono troppo occasionali. Certo è che la figura -del Mazzarino in questa lotta condotta senza pudore da nemici implacabili è viva e vibrante. Lo statista grandeggia 1tmlla meschinità, la miseria morale, gli errori, le sciocchezze di una turba di nemici che non meritano rispetto. A questo punto sentiamo però che quanto (e giustamente) è stato elevato sul piedistallo l'eroe, altrettanto sono stati affondati nella terra coloro che gli muovono guerra. Uomini spregevoli e traditori i Frondisti; ma pure tra essi c'è un Condé e un cardinale di Retz. E le donne peggio anc6ra. , Tutte intriganti, corrotte, cortigiane avide e senza pudore : la Chevreuse, la Longueville, la Montbazon, e perfino Anna Gonzaga, ((l'incomparable princesse palatine» più sventurata che perversa d'animo. Tinte forti contro tutti i vinti; ma non c'·è biografo capace di do– minare se stesso fino a mettere sul medesimo piano il biografato e i personaggi che gli stanno dintorno. La Francia ci ha offerto di recente altri esempi. Piuttosto vien fatto di pensare ad un problema storico che il Boulenger per il suo grande amore al 1\1.azzarino, avrebbe potuto porsi anche ~e dagli altri trascurato, anzi appunto perché dagli altri trascurato: che cosa c'era sotto tanto fermentare di odii contro la monarchia francese ? A parte i conati rivoluzionari del Parlamento di Parigi che, imi– tando il Parlamento in"lese sperò di trovare un Cromwell e trovò in- o ' 11 . vece un Condé che lo ridusse, almeno in un primo tempo, a_ a ragione, - in tutte le successive fasi deUa guerra civile della Fronda c1 fu soprat– tutto una reazione di carattere schiettamente nazionalista contro il mi– nistro italiano che viceversa (e questa è la sua grandezza), presentendo in quella guer;a la rovina della monarchia e dell'unità de~lo Stato, agi, oltre che a difesa di se stesso, anche a difesa della Francia. Un quarto BibliotecaGino Bianco

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