Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

254 E. KORRODI, Geisteserbe der Schweiz merario e i ricordi di Adolfo Frey sugli ultimi giorni di Gottfried Kel– ler. E anche curiose scoperte sono da fare in questo libro, specie per chi come me deve mettersi nei panni dello scolaro : per esempio l'in- ' ' . contro con Ulrich Braker, un curioso tipo di popolano autodidatta, le cui osservazioni nientemeno che su Shakespeare non si perde tempo a conoscere. Ma tutto il libro (e son 550 pagine) merita d'esser letto. BONAVENTURA TECCHI. MARCEJL BouLEJNGER, Mazarin soutien de l'Etat. - Grasset, Paris, 1929. Fr. 15. nl Mazzarino non ha mai trovato negli storici francesi soverchie simpatie. Anche nello Chéruel che, tra il 1879 e il 1882, alla storia della Francia durante la minorità di Luigi XIV e durante il ministero Mazzarino, ba dedicato sette poderosi volumi, - quanto di meglio e di più consistente sia finora uscito sull'opera politica del grande ita– liano, - si avverte lo sforzo di serbare una certa freddezza e impassi– bilità, come se il mostrarsi eccessivamente benevoli verso lo straniero, al quale la Francia fu debitrice della restaurazione dell'ordine, della salvezza della monarchia e della futura grandezza del paese, fosse un attentato all'onore nazionale. Un'eredità magnifica egli aveva sì lasciata alla Francia, ma l'uomo non era stato immune da difetti e da debo– lezze: questo il tono più blando dei giudizi. E il contrapporgli come figura gigantesca senza macchie il Richelieu è stato d'uso costante. Ma già il nostro Muratori, con la serenità dello storico libero da preven– zioni nazionaliste, aveva notato differenze sostanziali tra i due statisti, le quali conferivano all'italiano una superiorità innegabile. Il francese collerico, violento, più pronto alla reazione e alla vendetta impulsive che alle decisioni meditate; l'italiano calmo, ponderato, incline a con– quistare gli uomini con la persuasione e col perdono piuttosto che con la forza, ligio alla massima che « il mondo bisogna comprarlo». Il fuoco del suo sangue siciliano, che gli dava l'ardore e quasi la voluttà della lotta e dello sfidare il pericolo nel momento dell'azione, sembrava trovasse il correttivo in una ingenita pacatezza d'animo e riflessiva ponderatezza propri della gente del nativo Abruzzo, quando doveva preordinare l'azione, misurare le forze, scegliere i mezzi idonei, prevedere le mosse avversarie. Se invece della porpora cardinalizia avesse vestito la divisa del soldato, sarebbe stato un formidabile con– dottiero di eserciti. Dobbiamo pensare, leggendo il. libro del Boulenger, che i francesi si ricredono ? Vorremo sp~rarlo. Se non che a temperare la nostra fede, sta una singolare confess10ne dell'autore, che consiglia di non genera– lizzare. Boulenger è e sarà l'eccezione e non la regola. Bisogna dir subito e senza sottintesi che il Boulenger non è lo Chéruel; anzi che nessun confronto è lecito tra i due. Questo rimarrà sempre, pur con tutta la sua fredda pesantezza, il vero storico del Mazzarino; il Boulenger invece è del Mazzarino un ardente ammira– tore, che nei gravi volumi dello Chéruel ha cercato la trama d'un libro vivace per coloro che quei volumi non apriranno mai. BibliotecaGino Bianco

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