Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

R. FRANCHI, Piazza natìa 251 che scalda le pietre pesanti dei vecchi palazzi toscani, - il Franchi ha tratto una serie di variazioni, di viaggi nel tempo e di delicate rica– pitolazioni nostalgiche che rivelano ancora una volta quanto sia viva e appassionata la sua natura d'artista. Temperamento riflesso, ma certo più di artista che di critico, il Franchi affronta qui ogni sorta di motivi, diretti o trasposti, o addirittura, come iri Favola gattesca, La bicicletta, sj_prova a dissolverli coi mordenti acidi dell'ironia. Ma dif– ficilmente si posa a lungo : ché anzi, sapendosi tra coloro che a ogni evasione « sono rilanciati a forza verso un centro immutabile » da una sorta di elastico legarne interiore, egli si sbizzarrisce in ogni direzione, né terne che un libro come Piazza· natìa, composto di pagine sparse e di diseguale valore, possa alla :fine suonare a vuoto. Se questo non avviene è perché in realtà, qui come in altri libri del Franchi, un centro esiste anche per chi non voglia limitare la propria considerazione alla materia stessa che allo scrittore è più cara: i ricordi primi e irripetibili dell'adolescenza, le amicizie difficili e inespresse, il senso acuto e dolo– roso delle lente erosioni del tempo: e conviene coglierlo alle radici nel senso pacato e schietto della parola e in una facoltà di o,ggettivazione che svelano nel Franchi un presupposto formale, un'aspirazione clas– sica non solo polemica e illusoria. Certo, àvvertiarno meglio tali ca– ratteri in quei tratti nei quali il Franchi dimostra maggior coerenza di propositi e non abusa di quei procedimenti analogici ai quali la sua natura lo inclina di frequente. In realtà egli non ha ragione di evitare gli assunti limitati, gli stampi riconosciuti; né ha ragione alcuna il suo timore di riuscir troppo facile ~ corrente. Gli è inibita la piattezza, se non l'artificio. Gli occorre distendersi, - come gli riesce egregiamente in Estiva, con quell'ariosa descrizione delle Cascine dove trascorrono donne d'altri tempi « lente e distratte come per una dimenticanza», e sembrano uscite da una piccola tela del Puccinelli; gli occorre aderire a un motivo ben determinato, - come gli accade nel Giorno dell'avan– zata, dove un reale episodio di guerra è raccontato con un umore mo– nellesco ed estroso che stupisce per la sua verità; o ne La casa, dov'è reso quasi tangibile lo sgomento di un vasto caseggiato che par strap– pato dal suolo e lanciato in corsa sotto un notturno brivido siderale. Non so se queste pagine siano tra quelle che il Franchi predilige : altre ve ne sono, a lui forse più care, nelle quali la sua stilo,grafica si prova a « scavare a forza le parole come da un sasso » ; altre ancora, più lievi, dove il filo che ci lega al centro dello scrittore si fa ben sottile. Non è la varietà che fa difetto a questo temperamento; e forse è già molto prossima l'ora nella quale cotesta complessità, apparendo in una luce più costante, saprà mostrarsi a pieno nel suo sign1ficato. EUGENIOMONTALE!. EDUARD KoRRODI, Geisteserbe der Schweiz. - Eugen Rentsch, Erlenbach– Zurich, 1929. Mk. 5. ' Questo libro non è di facile lettura per il lettore straniero. Ho detto pensatamente libro, e non antolo,gia, appunto perché la giusta ambi– zione di chi ha raccolto queste pagine di. autori svizzeri sulla Svizzera è BibÌiotecaGino Bianco

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