Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

A. LEVASTI, Sant' Anselmo. Vita e pensiero 237 \ dedicato un capitolo preliminare su « Fede e Ragione» in Sant' Anselmo, e una brevissima· conclusione. Ne sarebbe risultata più chiaramente l'unità intima delle varie opere anselmiane; e si sarebbe avuta un'idea . più precisa del rapporto di Sant' Anselmo con la patristica precedente e con la scolastica seguente. Il Levasti trova che nell'illuminazione razionale del domma quale è concepita da Sant' Anselmo vi è qualche cosa di mistico. Sant' Anselmo, egli dice, non è un mistico in senso assoluto : esso sta fra il mistico e il filosofo. A noi pare che la tendenza razionale sia in lui più forte che non dica il Levasti. Una v9lta accettato il domma, Anselmo vuole tra– sformarlo in esigenza razionale : e si sa quanto si sia spinto più avanti su questa strada della scolastica ortodossa posteriore. Così la sua rinun– zia alle prove scritturali ed_alle autorità patristiche (rilevata dal L.) è quanto di più ardito si può immaginare, rispetto ai tempi. Il L., che dà del Monologio una esposizione accuratissima, tra. le più felici del libro, avrebbe dovuto fermarsi un po' di più sulle opposizioni da esso sollevate: anche Lanfranco ci trovò a ridire, e Anselmo ebbe a deside– rare una diffusione discreta dell'opera, per timore che si gridasse alla, novità e alla falsità (si vedano le lettere 68 e 74 del libro I). Piuttosto, dal momento che il L. si interessava all'elemento mistico in Sant' Anselmo (si sa ch'egli è uno dei nostri migliori conoscitori di misticismo), avrebbe potuto studiare le Meditazioni e le Orazioni an– selmiane. Egli si limita a fare nn riferimento generico alla spiritualità anselmiana nella bibliogràfia 'assai ricca posta in fondo al libro. Questa parte dell'opera anselmiana, che nel testo del L. (se abbiamo ben visto) non È, neppure accennata, presenta senza p.ubbio gravi difficoltà preli– minari per il discernimento degli elementi autentici e degli spuri. Tut– tavia un lavoro preliminare in questo senso è stato fatto recentemente dal Wilmart nello studio critico premesso alle Méditations et Prières de Saint Anselme (vol. XI della coilezione «Pax» dei Benedettini di Ma,.. redsous) : il Levasti ricorda iJ volUJile nella bibliografia, ma nondimeno non si è deciso ad estendere la sua trattazione a quei documenti della spiritualità anselmiana. Ci auguriamo che in una seconda edizione egli riempia la lacuna. LUIGI 8ALVATORIDLLI. VI'ITORIO IMBRiIANI, Le piu belle pagine scelte da Francesco Flora. Treves, Milano, 1929. L. 14. Oh, il caro libriccino! ... sento che sospirerei soavemente, ove dalle mie guance spuntassero due spazzoloni candidi alla Fanfani, o la mia testa coprisse uno zucchetto come quello che soleva preservare, sup– pongo, il prezioso occipite dell'abate Manuzzi. Così parlavano e, ahimè, scrivevano quei valenti uomini. Ma la immaginazione mi tradisce: se j_o fossi un di loro e nelle mani mi fosse venuta questa antologia imbria– nesca curata d~ Francesco Flora, io non avrei già gorgheggiato, con ineffabile rapimento, « oh, il caro libriccino», ma piuttosto l'avrei de– finita « librettaccio » o « librettucciaccic;> », e se non scagliata rabbiosa– mente dalla finestra (atto non consentaneo a uomini gravi e timorati), BibfiotecaGino Bianco

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