Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930

Ricordo di Luigi Arnbrosini 2.n Il «capitolo>> Tempo di esami, di ventuna terzine, è. dell'anno scorso. Di mano dello stesso Ambrosini, ne ho due copie, mandatemi da lui a breve intervallo, e che mostrano nelle varianti la sua cura nel rifare e nel pensarci su. Il poeta raccomanda alla benevolenza di un suo amico professore certa scolara che sta ora per sostenere gli esami. Se non frurà gLi scritti troppo male Vorrei pregarti d'essere benigno Con certa Rosa Levratto all'orale. Vien di contado, e odora di caprigno l!'orse più che di studi e di scr,ittura, Ma si nasce gallina, aquila o cigno Sì cOIIIlevuole varietà in natuJ:'a.... Sia il professore benigno; la Levratto vuole diventar màestra soltanto per sostentare la vecchia madre . .... Desio di pane e non gloria 1a mena. Lasciato ai monti ha la sua catapecchia, [l letto con le foglie nel sacoone, Non oo se il fonte o il pozzo con la secchia. A.vea fatto scrittoio del lubbione, Ove d'autunno seccan rosse e gialle Le pendule pannocchie del granone. Gli occh-i dal libro le fuggiano a vahle, Forse dai canti dei sacri poeti La distraeva il mugghio delle stalle. (Già in famiglia c'è stato uno o due preti, Per dirti che la razza non è grossa, S'anche è cresciuta fra gli sterpi e i greti). Ohe se alle pri1Il1e si fa in viso rossa .... e teme, si confonde, il professore abbia pazienza. Appena la ragazza si sarà rinfrancata, mostrerà di non essere affatto sciocca, e di sapere. Ma alla peggio, l'esaminatore ,.finga di cedere al caldo del luglio, alla noia della sala d'esami,. e faccia lui come pure fece Omero; dormicchi . .... O buon 1UIDico,questo mio parlare Che va di qua e di là come ebro a sghembo, Non voglio che alla fin t'abbia a noiare, Ch'io non ho l'arte dell'Ariosto al Bembo Quando gli commendò quel suo figliuolo Per tema ch'altri nol prendesse in grembo. Sono ,n !l}a,Sseroe quegli è l'usignuolo; Ness1l!Il dJi me, di quello ognuno gode: Godono intorno, mentre canta al brolo, Gli uomini e i monti e le fiorite prode. Ma se nel wrno il passerotto implora Pigolando, un granehlo, appena l'ode Lo socoorre il fanciullo e lo consola. C'è un sonetto del '27 in cui Ambrosini (che, senza. averne fatto motto a nessuno, già allora si sapeva irrimediabilmente malato) prevede e dispone a suo modo il suo funerale. Prego gli amici miei di non venire. Se vuol vernre, gratis et amore, Mi basta un prete a cantarmi il dies irae. BibliotecaGino Bianco

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