Pègaso - anno II - n. 2 - febbraio 1930
Cinquemila lire 221 quelle parole ? Era tanto tempo che non pregava oosì, oome se fosse 0Jlla presenza della persoill'a vera della Madonna, di Gesù, di Dio. « Santa Madre 111ostra,se mi daite le forze di aiutarla, io vi prometto, io vi darò .... >>che poteva dar lei, che non aveva 1I1ulla ?... « io vi darò .... >>le riuscì d'alzarsi, vide la Fosca che la fissava con gli oochi ,sbarrati dli pamra, oome -se avesse capito quello che avveniva dentro di lei e avesse paura di rimaner sola, e oon una leggerezza, Ulll'allegrezza sovrumana, si mise a oercare bacili, boccali, tele : « io vi -darò tutta me stessa>>. Quando ,arrivò la levatrice, il b3!1Il.bino era 1I1atÒ : nato fra loro due dJon,ne. Con l'affittir,si dei dolori, nell'imminenza, nel bisogno, l' Angiotliilla era diventa,ta forte e valente, con una gran tenerezza di aiutare la Fosca e la creatura che stava per nascere. Era come se qualcuno avesse comamdato al suo male di smettere ilil quel momento : ora doveva trovare l,e forze di provvedere; dopo avirebbe avuto tempo di soffrir,e alilche p,er sé. La Fosca, abbandolila,ta nel letto, non la guardava più, noill guardava più nulla. L' Alllgiolina teneva la creaturina fra le braccia, ravvolta ilil tutto quello di che aveva potuto raooapezzare di caldo. Si lasciava invadere da una gran pace beata, e ri1I1gra,ziavala Ma– do,nna di aver 13JCCettato, di averle ,permesso quel dono di se stessa. Tutto il male, tutte le incertezze che le amareggiavano l'animo, si erano solll,evruteda lei, per dissiparsi 1I1ellabontà infinita della Ma– dre di Gesù. Da ora innanzi norn avrebbe ,sofferto più : la Madorn1I1a era con lei, avrebbe sofferto per lei, con lei. Con una s·oave felicità 1-atenerezza sboocava dal suo petto e si spandev,a !Sugliesseri che le eramo dintorno: su quella povera do1rnna immobile ioome una mort-à, oon le ossa r,otte sotto ile lenzuola, ,sul piccolo es·sere di carne che aveva fra le braccia, sui bambini che l'aspettavano a casa; tenerezza di sé; d'ess·er malata, di morire presto. Che erano loro ,creature. IIlelle mani di Dio, tra ila vita e la ,morte ? E in quella deboleiza si fidava, si riposava. Un gran bene l'illlvadev,a, come se la vita la penetrasse per la prima volta. Ora poteva guardare dlavanti a sé nei giorni, 1I1el tempo e IIl•OIIl aver paura: nolll le poteva succedere più nulla di male; il tepore di una .fiamma mite la riscaldava tutta nellla dolcezza di quelle par,ole che si ripetevano sino all'infinito : « Oh Mado111nina mia santissima .... ». (Continua). DEJLFINO CINEJLLI. Nel prossimo nwmero pubblicheremo la fine dello studio di Attilio Momigliano sul Manzo'Ylli e le illustrazioni ai «Promessi Sposi>>- B1bhotecaGino Bianco
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