Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930
62 D. Giuliotti II 1 e III 1) amche e-onuomi!Ili. Già vive in concubinato con quella eh~ Io renderà padre e dalla quale non potrà staccarsi che tardi e solo per caider tra lle braiccia d?un'altra femmina. È pr,eso, anche, dalla passiot11edei giuochi, frequenta i teatri, ,declama versi, am– bisce la gloria, la potenza, la ricchezza; non fugge la complicità delle malvagie compagnie; spergiura. (Quest'ultimo .poocato, non visto _ pare impossibile! - dalla ;Iince-Papini, fu pur oonfessato da Sant' Agostino ·stesso, dinanzi ,al popolo, oome potrà agevolmente a,oc.e11tarsi chiut11que.vorrà leggere i s@mo!Ili 180 e 307). E, peggio, tamto s'impania !Ilell'eresia manichea, che sua madre, indignata, temporaneamente, lo scaccia. Tutto ciò si sarebbe dovuto tacere ? Atlcu!Ilicritici cattolici (più quaccheri che cattolici) diranno forse di sì; ma tutto ciò (confes– sato, ,si !Iloti, diallo stesso reo) è ovvio che farà ri,s,altare, con molto maggiore evidenza, la :figura del convertito e del sa!Ilto. Un cattolico - almeino nei registri deJla sua parrocchia - e critico di professione, rnon ha scritto, ma disse a me, giorni sono, che avrebbe v•oluto, da Papini, uin' 8001.t'Agostino più dootro alla storia ecclesiastica, :filosofica e civile dei suoi tempi. A lui pareva, anche, e .sop11attutto, (a me no - e non .glie ne tacqui le ragioni-) che ,si sarebbe dovuto far veder-e di più eom'era e fr.a quaJli intoppi si muoveva il cattolicismo del IV ,secolo, in Affrica, a Roma e a Milamo, luoghi nt)i quali, volta a v-olta, abitò il Samto. ,Ma chi no!Il oopisce che per far ciò in modo esauriente (e Papini non ha voluto farlo pei motivi che vedremo in seguito) sarebbero state necessarie - a scapito della chiarezza e sneUezza deltl'opem - circa un sei– cento pagine dli più, e cioè più del doppio di quelle che; realmente, sono state scritte ? Ma questo è il ·destino dell'artista: Fai oos-ì? Dovevi far oo.sà ; fai cosà ? Dovevi far 0osì. E· al~om bisogna pigliar la decisi one di quel frate ,dell'apologo, eol ragazzo e ool ciuoo: non curarsi deltla gente (dei critici) e far-e il comodo illOstro; ovvero (in altre parole) restar fedeli alla voce che ci « ditta dentro>> e ciò che ditta amd~r sigmificando; dica chi vuol diI~e. Però, curiosi questi nostri arghi (tutti, su per giù, ,dello stesso e-olore e deillo ,stesso pelo) qua!Ildo v-engono a cantarti (a te, scrittore) -che la tal cosa che t11el tuo libro n9n c'è (ehe non c'è perché non ce-l'hai voluta mettere) ci voleva (e iillvece, per l'appunto, non ci voleva) mentre poi di. quelle es- . 1· h . ' ' ' senzm 1, e. e _cisono (immaigini, osservazioni, scoperte o idee nuove) neppur m1mma1mente ,s'accorgono. Ohi, per esempio, :fin'ora, ha m?s~rato d'accorger~i, iill questo Sa.nt' Agostino, del rapitolo 26 ?' V1 s1 parla delll'eres1e del IV secolo e dell'eresie attuali· quelle in t d . ' ' sos amza, non · 1verse da queste. L'errore (diceva Hel1o) è mono- tono, si ripete; caimbia ,soltamto il nome talvolta la veste· ma ripassa, a cerchio, 1o stesso, sulla stessa ;ia. I più (stolti) n~n lo BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy