Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

60 D. G'iuliotti drarrnma · e l'illlfernale tragedia e la- divina OO'illmedia coqdotte a compime~to e ingigrunrtite fino all'impossibile>>. Ma - terzo fallimento - questo poema infattibile (sebbene ne rimrunga la trama,, ch'é di per sé un poema) non 110 fece. E al[ora, per un'a,ltra via e dietro uin altro miraggio, si pone alla ricerca della scienza della santità. « Ero tornato (scrive) colll una certa simpatia verso le fedi - runzi ver,so il cri:stianesilmo, ver,so il cattolicismo. Avevo riletto i Vrungeli senza Ila petulrunte ainimosità volterriana dei pr:iJmi anni; ero rientrato 1I1ellechiese .... Avevo riletto i Vangeli· per cercarvi Cristo; ero rientrato nelle chiese ,per trovarci Dio. Il culto mi attirava .... Il bisogno di. credere, di tornar fanciullo, di sentirmi in 0omuniotne con la cristialllità dalla quaJ.e ero uscito, si agitava sommessamente illl me.... LEGGEVO SAN'.r' AGOSTINO)meditavo Pa– scal, ass,aporavo i P-ioretU. Giunsi fono all' Introdluotion à la Vie Devote e agli Esercizi Spiritiiali >). Ciò che non aveva ottenuto con la :filosofia e oon la poesia voleva,, dU1I1que,ottene:rllo con la santità. 0 1 era verrumoote, in lui, in quel tempo, ((un lievito di volontà di credere)), un vero e proprio de– siderio, anzi fame; di diventar srunto e operatore di uiiroooli. Ma .(quarto fa.lllimento) ,quel lievito, (11011 essoodo precisa.mente quello genuino del Vrun,gelo, si raffreddò e sciupò. E allora l'Uomo Finito (in real<tà era vicino a finire ((l'uomo vecchio>) e prossimo a spun– tare il (llUOvo) ,si volse ((più a-rditamoote, com'egli dioe, daJ.l'altra parte)): da quellla del Demonio. Tempi cuprumente paraJdossali e uraganosi deU' Acerba e della guerra. Da. primo un arretramento . (fra rari lampi) lllel buio; poi, :finalmente, una gioiosa avrunzata nella Gr,an Luce. ((Il giraimondo estroso e senza timone)), covato a lungo dalla Grazia, aveva dunque ritrovato ciò che, senza saperlo, aveva da tanto tempo desiderarto: il ,suo Redentore, il suo Dio. E così, dopo un dleoonnio dall' Uonw Finito) P31pini, a quarain- t' anni, scrisse la Storia d'i Cristo. · Da quel che ho detto fin qui (troppo e troppo poco) una cosa, soprattutto, mi sembra evidente: che se c'era, cioè, in ItaJlia, un cristiano, U1I1 pe(llsatore, ll!Il artista, uri cuorè inquieto che s'è acquie– tato nella divina pace, il quale potesse ,scrivere degnrumente mrtorno alla_ vita e al pensi,ero di Samt' Agostino, questo no111 poteva esser altri ,che l'autore dell'Uomo Finito e della Storia di Cristo. Le affim.ità spirituali tra H :fi.orentino (<,salvartico)) del se001loXX e il numida tagastense del IV (salvo la differenza lillassima: qua, no– nostrunte tutto, un p,overio cristfo..n-o peccatore là Ulll convertito divenuto santo, e ohe 1santo !) sono numerose ; patenti. In entrambi l,a ,stessa insazia,bile curiosità mtellettuale lo stesso 1 . ' a.more per a -sapienza, per le ba,ttaglie e gli scavi e le trivellazioni BibliotecaGino Bianco

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