Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930
D. Giuliotti ----------------------------------- qualunque co,sa e da qualsiasi parte si volgesse, sempre aspirava al Massimo, all'Ottiilllo, al Tutto; e ill Miassimo, l'Ottimo, il Tutto non sono che il -Cr,eatore di tutto : Dio. « Che oosa volevo impar,a,re ? Che cosa volevo fare ? No!Il lo sapevo. Né prograJIDmi né guide: nessuna idea precisa. ,Soltanto sapere, sapere, saper tittto ! .F'in d',allora sono stato di quelli per cui il p,ooo o la metà 1110n contano)). Così, del1a sua famelica fan– ciullezza, nel IV capitolo dell'Uomo Finito. Prestissimo, i111fotti,al di fuori della ,scuola, che non poteva co111tenerla,l'intelligenza di questo ragazzo mostruoso s'immerse, ,oooneun'immensa .spugna, nelll'-oceam.odeHa sapienza. Dopo « i oento libri)) paterni, ecoone, inella Biblioteca NaZii.o- 111ale, ai suoi oo,ma,nd[, « un miHone >> ! E lì, a tredici ,an111i, e111trato finailmeTutenel suo regino, p<nrà soddisfare, a suo agio, la ,pro,pria fume. Senonché, a lui, il ,sapere passivo non basta; quaJ ,c.he 31Ilno dopo, (e in questo tempo quale spirituaJe circumnavigazio ne!) ciò che sa vuol dliffonderlo, segnato col sigil1o del suo pensiero. Vuole, insomma, (e non è 31Ilcorquindicenne!) illuminarsi per illuminare, ascendere. per far ,salire gli altri dopo di sé. E quindi nOIIlpiù,, d'ora in poi, solta,nto libri a,perti sott-o gli oochi miopi ed avidi e la ,matit1a e un quadlerno e, con l·a mano inervosa, a,ppunti e note ; ma risme intere di carta da riempii.re, libri .suoi da scrivere (quelli che fin dl'ora gli fer,me111 tano1I1elce rvello) e non già rpfoooli di sostanza e di mole, ma opere ,sterminate (oome storie U1I1ive~sali, gig&ntesche glosse, enciclopedie o ,somme) in cui tutto lo scibile, pr:uma rifiltrato per la sua 1IDeinte, ap,paris,ca in una gramdiosa silll– tesi, non mai te111tata. Ingenuità, certo, .seguite, all'atto pratico, dai primi :i,nevitabili fallimenti; @a ingenuità er,oiche e chiar&mente rivelatrici del– l'uomo di genio che, trop,po priillla del tempo, voleva er,OllllJper su ,dal fanciullo. Poi, verso i vent'anni, l'ebbrezza enciclopedica cessa; ma, su– bentr,ata più forte la frenesia metafisica, è trasportato da questa dentr,o un iinesitricabile laberinto dove impara a conoscere (t,ra un fitto ba~enìo di sofismi) tutti i più pazzi maghi della pseudo-,sag– gezza d1 Babe+e· E così, di mano in mano, attirato e respinto, egli passa •dal ,pessimismo aillo .scetticismo, dallo scetticismo al moni– smo, daJ monismo all'idealisrno, dall'idlealismo alla demenza so– lipsista e ,da questa all'ana,r,chia stirneriana :fimché di•sceso anoora '. ' qualche scalino, ecoolo sdrucciolato ineilla cripta dell'oocultismo e, sì e no, nella bolgia del1a magia. Questo il secondo fallimento. Aveva cercato la verità nella :fi.lo – sofra, e la fiiloso:fial'ha tradito. Allora malinc,onicamente q uasi ' ' melodrammaticamoote, ,c.osìne parla: « Venne il momento in cui • Bibl_ioteca Gino Bianco
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