Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930
Le pianeUe del Sir;nore 53 - Certo che l'ho avuto. Voilevate che il Si~11<ore rrion.1 pagasse i suoi debiti? Vero è che ci fu di mezzo un certo affaretto di pianelle e dii birri, ma alla fine tutto s'è· accoimodafo benissimo. - E qui gli raccOilltò i casi ocoorsigli, poi aperse la bi,sa,ccia e mo– strò i fiorim.i che la riempivano. - Caspita! Altro che il cento per uno! - Oh si, assai più, assai piiì, - ribattè Ilario. - Ma ques,to si deve alla grande liberaJlità, di illostro Signore. - E dimmi, Ilario, - chiese dopo un istrunte il Priore, ti sei poi ri00rdato di fare àl Signore quella tale domanda? - L'ho fatta, l'ho fatta. - E che ti ha risposto? - Il 8ignore m'ha risposto: « Tirare il cappuccio a frate An- nibale)). - Tirare il cappuccio a frate Anlllibale? A quel $a1Ilt'uomo? Ma. sei matto, figlio mio ? 1 - Così mi ha detto iil Signore. - Ma frate A.rnnibale, ragazzo mio, è qua dentro l'anima la più devota, la più pia, la più cristiana.mente dotata del nostro convento. Ma chi, chi mai oserebbe togliere il c-appuccio ad un santo dli quella fatta? · - Ohi? Ma, reverendo Padre, io, se credete, io lo faccio. - E tu oseresti? · - Ma certo, Padre, dal momento che il Signore l'ha consi- gliato. Ancora Uilla volta il Priore rimase scoillcertato davanti aJlla sererna .sicurezz,a, aHa sempilice fede di Ilario che illon •si scrollava d'un punto neanche all'idea di dover commettere Uilla mostruosità di quella sort,a. Ne fu toccato e ,scosso, e, in oonclusioille, decise di lasciarlo fare. Si aroordarono allora che Iilario avesse ,per quella s·era a ce– nare illel .refettorio insieme coi frati, poi che a un certo punto, in sul :fi!Iliredel desi!Ilare, dovesse tentare quello strano e.sperimento. Così fu fatto. QueUa sera la cena non ,era ancor gi,Uillta alla metà qurundo si cominciarono ad udire per tutto il coillvento strani. fracassi ed ululati paurosi, poi di colpo si riilillovarono nel refet– torio q.uellle diavolerie scatenate e ludibriose dli oui il Priore aveva parlato. Gli usci, sbatterono oon violenza, :fischi immoilldi trapas– sarono l'aria come ,sibili di vento, e scodelle e stoviglie oomincia– rOIIloa venir lamciate in qua e in là per la strunza come sferrate dalle ,mani di cento pazzi, ed ora urtava1110oont~o le sacre imagini appese alle rp,areti ora ricadevano fraca;ssandosi in mille frantumi. Tuuti i fotti turandosi le orecchie scappavruno da ogni parte per, sfuggire la fitta gr-a'°omuola,ma da,p,pertutto trovavano la via bloc– cata d'a usci che sbattuti da 11111 vento di buriana li ricacciavaino BibliotecaGirio Bianco
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