Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

48 O. Linati quel buon compagno a lato gli piaceva, e allor,quando, come itn certe solitudini di Maremma, no[l riusciva a scovare una casa ove passare la notte, fattosi U[la coperta del suo mainteJllo e un guam.ciale del ,saicoo,si ,sdraiava aJlla ,serena sul margine òJ'un prato e si addor– mentava nel pensiero di quel Dio che tra breve gli sarebbe apparso, a cui tra breve avrebbe parlato. Percor,sa la .Maremma, entrò :iITT. oscana ed ancora per giorni e giorni camminò .su l'infinito •sabbio[le del mare. Ma quantunque di fibra robusta, tutte quelle giornate di cammino ::finirolllo con lo .spos- sarlo, e desiderò di riposarsi un po'. · · Fu <:iosìche giu[lto nei pressi del/la città di Pi,sa, e soorto fr31 mare e collina il bel caseggiato di UIIl CO[lvento, vi salì di buOIIlpasso e tirò il campa,nello d'entrata. Introdlotto dal padre guardiruno fu poi condotto alla presenza del Priore del eonveinto, che lo ·aiooolsebenignamente ed al quale, come al solito, narrò do111de venisse e come fosse diretto a Lucca per parlare con mostro Signore. Il buon paidre arricciò il naso e squaidi'ò lo strano ospite. MaJ quando vide la profonda .se1,e111ità del 1 suò viso, quando, dopo lungo interrogatorio, s 'aooor.se che la certezza ch'egli lllntriva !Ilellla,sua impresa era ben più forte dli tutti i dubbi ch'egli stesso gli a,ndava sottoponendo, 3Jll.ch'egli cominciò a sentirsi .seosso, cominciò ~ pen– sare che qualcosa di vero, forse di miraooloso, fosse !Ilella ,sua i111trapresa, ed •Olldinòche si dovesse ess,er larghi oo!Illui ,di cibo e di agi.. Cosicché a;[le,orauna volta, per merito della sua fede, Ilario trovò di che cenare e dormire saporitamente. Dopo di che s,i ,sentì più che mai in grado dliaffrontare le ulltime tappe del .suo cammino. La mattillla dopo, prima che Ilario si accingesse a parti:re, il padre Priore lo foce chifl,mare nella .sua cella e cosi gli disse : - Ascolta, ::figliolomio, tu hai potuto vedere di quaJI1.tapace e letizia llloiigodiamo tutti qui, in questo ooovento. Ogni oosa qui è un modello ,d'ordine, d'armo111ia,di serenità. Noi viviamo assorti 111ella belllezza ,della preghiera, nell'esercizio d'atti dli pietà o nelle delizie purissime della co!IltempJazione. Nes.su111 soggi,orno al mo111do può meglio di questo chiamarsi anticamem e vestibolo del P,araidiso, se 1110n fosse che .... - Dite, dite, Padre. - ·Se 1110n fosse che, di tanto in tanto, ,si ,scatenano .per il COIIl- vento certe stram.e ed immonde diavoler,ie che O'ittam.o lo sc<YIDpiglio e la desolazione fra le sue mura. 0 - Ma è mai possibile ? - Asooltrumi, figliolo. Oàpita qui certe ,sere quando ci troviamo riu111itii111 refettorio per la nostra cena consu~ta che d'un tratto si spengano i lumi, le tavole si mettano a ballare '1e porte e le :fine– stre comincino a sbattere violentemente e i piatti e ile stoviglie a BibliotecaGino Bianco I

RkJQdWJsaXNoZXIy