Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

44 C. Linati taggiose? E lì per lì cominciò a lavorare di fanta-sia e a fare innumerevoli p,rogetti. - E dite dite padre cosa dovrei fare per ottenere 0J11ch'ioun ' ' ' simile impiego di capitale ? - La cosa è semplicissima, - replicò il frate. - Non avete a far •altro che co111segnare il vostro drunaro a me, che illl fin d'runno lo riavrete ,puntualmente col suo bravo interesse al cento per uno. - Ma.... è poi sicuro ? - Figlio mio, dubitereste deltla parola del Sigmore? E tanto disse il frate e t•anto grrunde era la semplicità d[ Ilarior che questi senz'altro lo richiese di un c01I1vegino per la ,sera ·me– desima, poi tornato a casa vendette alla meglio parte della mer– canzia e l'asino e il basto, e il ricavato tlo portò •al frate insieme ai pochi risparmi che aveva messo insieme in quegli amni. - Ecco qua, padre, - disse consegnamdogli l'illlvoltino che colilteneva ogni suo avere. - È questo quasi tutto quanto ,posseggo.. A voi lo oonfido, padre mo, perché .sulla vostra parola in cap'al– l'anlilo il Signore me l'abbia a centuplicare. - Potete contarci ad oochi chiusi, - fece il frate mettendo tl'ililvolto insiem'e ad altri in un fardello che aveva con sé. E i dlue .si lasciarolilo co,n la miglior cera del mondo. Alla sera la moglie vedendo Ilario ritornare senza asililo né damaro, gli chiese maravigliata che fosse successo. - Ho impiegato tutto il nostro danaro al cento per uno, esclamò Ilario abbracciandola. - Ed è il Sigmore stesso ohe ci sborserà un ililteresse oosi ,magnifico. Rallegratevi, moglie mia, per– ché fra Ulllanno noi ,saremo ricchi davvero. - E le 1I1arrò il suo disoorso e I,e trattative avute eol frate. La do1I1nasi cacciò le mani nei crupelli, urlò, minacciò, gli die' mille volte del balordo. Ma che v•alse? Per quamto strillasse nolil riusci a distog1liere Ilario da quella co1I1vinzioneeosi ferma edl assolluta. Cosioché se IIlOIIl vollero morir di fame il buonuomo si rassegmò ad andar attorno con le corbe al braècio, a vendere i suoi poveri ortaggi. Scaiduto l'anno, Ilario atte.se il frate a casa sua oom'era cOIIl- ' venuto. Aspettò uno, asp ettò due , ,tre giorni, ma llliun frate si fooe vedere. Um. po' impensierito Ilario si dà attorno per la città a cer– carlo, ma non gli riesce di scovarlo in IIlessu,nluogo né di averne la più vaga notizia. - Te l'avevo d('tto, tanghero che sei, - o-rida la moo·lie - che la tua credulità ci ridurrebbe ,sul lastcioo an: fine. E ad:sso: ooes~ che facciamo ? Ilario, calmo, rispose: - Ebbene, moglie mia, se il fra.te non è venuto amdrò io dal Santo Crocifisso di Lucca e lo ri chiede rò del mio d~a,ro coi rela- Biblioteca G1110 Bianco

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