Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

Georges Sorel del potere regio (vera.mente l'Italia del Seicento nolll era la mo1I1ar– chi8J francese); che l'idea cartesiana, del progresso oontililuO della scienza è UIIlriflesso dli quell'accrescimento medesimo (p,. 35); che, for,mulaindo l'idea del dubbio metodico, Descartes « nolll aveva fatto che intr,odurre [)_ellafilosofia le abitudini dello spirito aristocratico )) (p. 45); e che la dottrina del progresso (fondamentale nell'epoca dell– l'Enciclopedismo e dell' Aufklarung) inon fu se non la ,giustifica– zione ideale di una società datasi tutta alla gioiia di vivere : « 0[1 fut très heureux de tr,ouver des avocats habiles qui établi.rent docto– ralement qu'on avait raison ,de ,s'amuser ,sansa souci de,s oolllsé– quences )) (p. 33). J<J così Ile applicazioni soreliame del materialismo :Storico servono a liquidare, i111 U[l batter d'occhio, due secoli del pensiero moderno. L',runtiintellettualismo del Sorel spiega il ,suo smd·acalismo (e non viceversa) : lo spiega, tuttavia, in ooncorso ooma sua amtidemocra– .zia e col suo antiindividualismo. Il So.rel non. si fece s:iJndMaUstaper– ché nel sinda,c,a,tovedesse il mezzo più adatto al trionfo del proleta– riato : oosa di cui, in fondo, non gl'imp,ortava null!a, ,amche se egli s'illudeva del oontrario. Si foce sindacalista perché ,sperò che i dirigenti sindacalistici eiliminaissel'o gl'mtellettuali; che il ,silllda– ,ca,lismo rivoluziolllario m:iinasse lo .Struto democratico degl'i1I1tellet– tuali; che il sind3icaJto, in lotta perpetua, illltramsigente e violenta, .attuasse quell'aristocrazia guerriera, quel di,sciplina.meinto dell'in– .dividuo ,sotto U[la morale ferrea., che erano il suo ideale. Ill si1I1dacà,lismorivoluzionario non rispose alle aspettative del Hor•el; ed egli si ritirò anche dal ,sÌIIldacaLismo.Pensò a un oonnubio intellettuale, - egli, il feroce antiin~elietturue, - oon gli uomÌIIli dell' Action française J che dicevamo tante oose uguaili a quelle che dfoeva lui, combattevano gli stessi uomini e le stesse istituziollli, erano oome lui antiindividualisti, bellicosi, aidoratori della polis divina. Compilò il programma di una rivista, nazionalistica fin IIlell titolo: La cité française. Vi si parlava di ridare allo spirito fran– cese la sua ilildipendenza, co1I1trole mode venute dall'estero; vi si -esaltavano le tradizio[li nazionali, la regola e Ila,misura. Vi si enun– ciava come ideale quello di « tirer un:e oeuvre esthétique d'.esspecta– cles qui s'offrent à nos yeux n. Sorel approdava dunque davvero a, Oharles Maurras, e i1I1siemeall'estetismo. Ma poi la Oité française IIlOIIl si pubblicò più, per,ché- i nazionalis·ti che ,dovevano entrarci voilevamo far la troppo da padroni (lettera a Or,oce del 25 gen - naio 1911, in Critica) 1928, p. 343). Padroni, Sorel per sé JJ:OIIl ne voleva: neam,che reazionari. In quanto alla lotta coliltro gli intellet– tuali e· le ideologie, essa :fillliva (stessa lettera, ,p. 345) con rasse– O'nata constatazione, che « il movimento operaio non fornisce più :sperienze proprie da ::1,dattarsi a una ideologia)), e che pertanto BibliotecaGino Bianco

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