Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

38 L. Balvatorelli sviluppato il diritto puramente individualistico della proprietà, ,,. mentre è vero esattamente il contrario; o si neg,a, che il cri,stia– nesimo prooostantiniano 31bbiia, rivendicato la libertà di coscienm (Tertulliano avrebbe domandato libertà per il cristianesimo non in nome dei principi suoi, ma solo « au nom du droit la1que )), come u,11 qualunque Veuil1ot). Attraverso i Padri grooi si mira aigli in– telìetrtuali moderni, che vogliono rovinare il ,socialismo (p. 10), a,c– eoppiato qui dal ,Sorel nelle sue tenerezze all'impero romano. L'ari– stocrazia peggiore, leggiamo ancora nella Ruine) è quella degli in– gegmi (p. 75); ed è pure in questo libro (m~lla nota N) cb,e abbiamo l'esaltazione, già citata, del tecnidsmo, col suo svillup,po ,generale, anOIIlimo, incosciente; dell'officina, ove sarà eliminata la superio– rità dell'mgegno; della società del lavoro, donde saramno espulsi i parfl,ssiti « penseurs )). E il Sorel, che fine vi •avrebbe fatto ? La lotta ooJ:ttro gl'intellettuali culmma neil Système historiqne de Renan (1906) e nel1le Illusions du progrès (1908), due libri quasi oontemporanei fra loro e con le Réfiewions. Nel Système ,si ritro– vano, con qualche idea che colpisce, - curiosissima quella dell'ori– gine liturgica dei vangeli ,sinottici, oggi largamente affermata dagli specialisti, - «cantonate)) non inferiori a quelle della Ruine. Tale l'iden;tificazi01ne del pr,ofetismo ebraico con gl'interes,si del Tempio di Gerusalemme e degli uomini che vivevano attorno ad esso ; quando si sa che caratteristica dei grandi profeti è precisa,mente la svaluta– zione del culto. Anche Sorel, che ha letto Renam, noo lo ignora; ma, oon una delle sue decisioni senza appello, stabillisoe, che « q,uando i prof,eti dichiarano che fahvé è disgustato dei sacrifici offertigli, oooorre intendere i sacrifici offerti dai nemici dei profeti)) (p. 122). Tale la liquidaziOIIle morale deil giudaismo, spiegato in blocco con « l'industria clericalle di Gerusalemme)) (p. 140), e quella, della let– tu0Jtura giudaico-alessandrina (Filone compreso), « destinata a lusingare l'aimor proprio di u,n'aristocr·azia di danaro)) (p. 176). L'ex-dlrey:fusardo naviga in ;pieno arr:ttisemitismo, colla p-rora diretta alla rim dell' Action F:rançaise di Daudet e Maurras. I ,profeti, :rieiai suoi occhi di antimilitarismo e antim.azionalismo, furono dei letteraJti: ciò ohe per lui è il co!lmo del disprezzo. « È molto diJJ.bbio ch'essi abbialllo avuto' delle vere visioni e parlaito sotto l'azion,e del delirio sacro)) (p. 119). Quando si sostengono idee che non garbano al Sorel, non si può esser sinceri. E se i pretesi p:vo– foti di Giuda non eromo che letterati, i letterati del "Secolo XVIII, Diùerot, V,olltaire e si,mili, furono, a udir lui, più semplioe'lllente dei buffoni: essi sos tituirono presso l'aristocrazia i buffoni del Medio Evo. Così affe1 :11-a.no _le lllusions du progrès (p.p. 128-131); e in questa affermazi one Sll compendiarr:to tono e spirito del libro. Nel quale si scopre che la legge del l'acrelerazione dei gravi dovette ve– nire ililmente al Ga-li!lei(p. 34) osservaa:i.dol' accrescimento costamte BiblioteéaGino Bianco

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