Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

36 .L. f:falvatoretli Si vede bene, éfopo ciò, che le professioni di fede aJiltistatale fre– quenti 1I1elSorel siilldacalista (e particolarmente nette nelle Con– siderazioni sulla violenza) SOillO 'UillO di quei cartelli indicrutori a cui !Don convien :fidarsi. Il Sorel ha fatlto segno alle sue invettive ed ai suoi ,sarcasmi lo Stato moderlllo, o per essere più esatti Ila Terza Repubblica francese. La Terza Repubblica francese incamava per 1lui la democrazia, era il paraidiso degli intellettuali: ora, demo– crazia e intellettuaJli costituivamo i due odi del suo cuore. In sostanza, quel ch'egli rimproverava a questo Struto moderno de– mocratico IIlOill era di esser troppo Stato, ma di non esserlo abba– stanza: ,solltanto, il «troppo>> é l' « abbast31Ilza >>non vanno presi materialmente, quantitaitivamente, ma in senso ideale e morale_ Il moltiplicarsi delle illlgerenze ,statali ch'egli abbominava nello Stato moderno, - e contro cui immagilllò il rimedio eroico e uto– pistico del sindacalismo rivoluziolllario, - significava per lui un assoggettamento deillo StaJto agli interessi particolari, al servizio degli individui, e cioè della borghesia avida di facili arricchilll.enti, degli intellettuali pr,ocacciainti e parassiti. Questo Stato democra– tico della borghesia e del socialismo riformista era troppo piaroto per il ,suo .bisogno di sublime. Egli aveva ·bisogno di un Dio da porre sugli altari •per 11'aidorazione diel popolo. Per ,questo idoleggiava il sindacato; ma intamto, se nel passato, o anche nel presente, vedeva qualcosa che al suo ideale di Stato assomigliasse, curvava devota– mmte le gÌIIlocchia. Suo ideale era la« polis>> antica, Atene o Roma; ma, ammirava am.che la Prussia ·guglie~mÌilla. Nell'Orgamsatio11, de la démooratie, egli rimprovera -alla socialdemocrazi a ted esca le « devastazioni ,spirituali >>da essa opemte : il pr,olet •aria.to tedesco ha imparato da lei a desi~rare la ,sparizi,one dell'esercito p,rus– siamo, della bur-0crazia e della magistratum pedlantesche, dell'au– torità delle Chiese (in Matériaux) p. 384). Si era nel 1914, alla vigilia della guerra in cui il proletariato e tutto il popolo tedesco avrebbero sparso per più di quattro 3Jlllni il loro sangue a pie' degtli idoli del Sorel. Questa morale politica soreliana, eroica, mistica, predicamte il movimooto all'infinito e la lotta ,sooza scopo, ha evidentemente ca– rattere am.tirazionalistico. Il Soreil stesso lo proclruma nelle Con.– siderazionì) liquidando tacitaJineinte qualche velleità razionali,stica degli Insegnamenti sociali (nell'I.ntroduziOIIle), ove .gli era pa,l"S() che occorresse ullla convinzione razionale per eccitare il proleta– riato alQa lotta COIIltr9la borghesia. Le alte conmziooi morali, leggiamo nelle Considerazioni) « non dipendono .punto da, ragiona.– meinti o da educazi01I1e della volontà. Ìilldividuale sì bene da tllnO ' stato di guerra) a.I quale gli uomiilli partecipano, e che ,si traduce in miti precisi)) (.p. 248). Noi, dice ancora il Sorel «nOIIl fOC-Cfamo ' BibliotecaGino Bianco

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