Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930
Georges i::Jorel 31 conformazione spirituaJle, seco:ndo che giustrumoote afferma il La Ferla. Un devoto esegeta del Sorel, René Johannet, ha distinto accurrutaanente (111ei ,suoi Itinéraires d'intellectuels, 1921: L'évo– lution de Georges Sorel, ,pp. .178-226) i tre periodi della produ– zio111e soreliana: Sorel oom;ervatore (1889-1893), Sor,el demosocia– lista, amticlericale, dreyfusardo (1893-1901), Sorel « reaJlista, ca– tastrofico e bergsoniano )), e occorrerà aggiungere smdacalista (1901-1912). C'è posto, ooone si vede, per u111 ,quarto ,Sorel, quello ddla guerra e ,del· dlopoguerra, che potremmo chiamare aJI1tinte– si~a e bolscevico; ,mentre occorre ricordare che l' A venir sociali– ste des synidicats, ove ,sono già gli elementi d 1 el terzo Sorel, è del 1898, cioè in pieno peri•odo dreyfusa~do. Ma anche lo Johamnet sa poi dirci di un polo fisso intorno a cui si sono operate le rivo– luzio111idel suo ,spirito: e questo polo fisso è 13J1lche per l'ammi– rante discepollo: <<Sorel ou l'Réro'isme >>. L'eroismo morale, di co1o~o che operano eroicamente senza pro– porselo prima, quaindo la 111ecessità si pres,ooti, acquista figura ~pedtica dall'obbiettivo al ,quale ,si dirige. Negli esempi del S0rcl non pare il medesirrno l'eroismo degli Ateniesi a Maraitona, oom– battenti per la ,saJlvezza della Città, e quello dei sindacalisti ope– ranti uno sciopero generale per affreti:arre la :rivoluzione proletaria. Gli ideali sono assai differeniti; e l'uomo d'azio111e,o il •maiestro di aziOIIle,troverà 1necessario scegliere fra l'uno e l'altrro, anche se, in sede teorioo-·storica, possa riitenere che il ,secondo è, cambiati i tempi, il succedaneo del primo. L'eroismo p,rogirammatico, morali– stioo-lletterario del Sorel no111 sente verrumenite quesito bisogino di scelt•a fra i vari obbiettivi. La lotta è quena che ilmporta. Nella pre– fazio111e ,scritta il 1905 alla nuova edizi•Ol{l•e d L' Avenfr socialiste des syndicats (,poi raccolta, insieme con questo, 111ei Matériaiix), il So– rel dice, che quanto c'è di vero e di origim1le nel mairxismo è la ooncezione della lotta di claisse come !l'alfa e l'omega del sociali– smo (p. 67). In .qurunto all'alfa, sta bene; ma ,per l'omega è u111 altro affare. Per Carlo Marx la lotta di cilasse non è .scopo a se . stessa, ed è anzi destinata a sparire con l' abolizio111e delle cilassi. Per il Sorel, invece, lo sciopero generale, che ·è per lui la realiz– zazi0111e suprema della lotta di classe, ha validità indefi111itae pre– gio per ,se medesimo. « Anche se l'idea di ,sciopero geineraJle n0111 avesse •altro ris·ultato se non quello di rendere più eroica l'idea socialista, solo per ciò •acqui,sterebbe valore enorme>> (Conside– razioni sulla violenza, p. 156). Egli, a111zi, teorizza edl esalta questa mancainza di Ull1 obbiettivo, di un ideale 111ella vio1lenza da lui pro– pugnata, dicendo che 111e verrà alla rivoluzione ,proletaria una pu– ri:ficazi-0111e e un addolcÌ!IIlen to, rispetto alle ri voluzio:ni « idealisti– che>> persuaJSe di avere un programma di giustizia da aittuare, le quali (come la rivoluzione fra111cese) portruno al Terrore. Gli sfugge Biblioteca G1 o Bianco
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