Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930
26 A. Palazzescli-i P a,o·noli ao·o-rottavano le ciglia ai tonfi terribili del carro, le inglesi b ob • ffi impermeabili a bocca spalancata parevamo resp1ra,re ze ro a tanta soavità. Mi direte a ta1lpu111to:e non ci sono più 1-evecchie inglesi nella vostra Firenze? Ci sono, sì, ci so1110 am-oora,qualcu111a, dispersa; biso– g111andar1le a soovare, ci sono allloora superstiti, isolate; la, tm<li– zi01I1e del 1-ol'o scendere a vivere quaggiù muore ogni giorno, se di già non è morta. Non esistono più come allora. Firenze non è più la idillica, città ch'io vi descrivo; il traffico aumentato, il fragor delle macchine, la polvere, quamta polver,e ahimè, specialmente negli -occhi, quanta rpolver,e; la febbre per una vita più celere e più in– tensa, e più distratta, ce le nasconde. Vesto1110 oramai come le altre o press'·a poco, l'abito tailleur le ha soggiogaite, han ceduto alla 1-egg,e non risaltamo ,più. E ,se a111diamoa cercarle nelle loro c,ase sempre pittor,esche, ci aocorgeremo che le leggiadre preoccupaziOIIli estetiche di un tempo hanno ceduto a Uill travaglio deHo spirito più profo111do;si occupamo di problemi gravi, di religione e di umam.ità; e divenute battagliere, oorrugata la fro111tee gli occhi minacciosi, parlano da ribel!li. La supremazia del maschio deve finire, orga– lllizzam.o il boicottaggio ; ma guardandole vi accorgete che sono loro boicottate senza saperlo; impongono la verginità an0he alla loro caigna. Una vi parlerà di amore libero, u111a senza ,scandalo, o di un giovane p,rolfeta d!olce e belllissimo che scende dalle Lndie per salvare l'occidente e l'umanità, e oon un ramo di lilla ·alto fra le dita vi accennerà sotto gli oochi i primi passi di una damza religiosa illltorno al tavolilllo del thè; ailtra vi si professerà amarchica addirit– tur•a, non vi allarmate, si tratta di un'anarchia senza periooli né vostri 111é della società borghes,e, la casa non è piant01I1ata dai poli– ziotti, potete andare e venire senza compr•omettervi, è un'anarchia :floreale; u na, più spensierata, venendovi ad aprire vi oonfiderà tre– mol-am.do come oolomba di aver preso quella mattina stessa 11aprima lezione di canto, a settamtacinque an111i di età, e che il maestro le promette un debutto favoloso; se poi 1110n avverrà il debutto che conta? basta cantare. E un'altra infi111e, dell'a!Iltica maniera, dopo avervi fatto ,salire centosettamtasei scalini di quellli del duecento, come rper incamto vi aprirà un giardino sopra i tetti, e per la festa del Patrono, la 111otte, fra gelsomini e girasoli vi mostrerà Firenze i1111IDinata: un incanto veramente, e dimenticate la fatica che avete fatto per goderlo. Anche Palazzo Vecchio ha abband01I1ato la sua aria truoe, le p,ietre dorate daJlbagliore palpitante delle padelle in cui· al'de fumando il sevo, sembramo carini, carni di quegli imdo– miti e bronzei guerrieri descritti nelle storie dì ,Machiavelli sorri- denti e calmi ITTell'•ora della siesta. ' Oggi per le strade fioreliltine, o sole o a gruppi o a sciami, trion - BibliotecaGino Bianco
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