Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

Stampe dell'Ottocento : le inglesi a Firenze 19 pettiti sedevano uina difronte all'altra ilil gran toilette, quasi in silenzio ad una mensa lussuosissima che ne ~tabilliva il ,tenore di vita il rango e l'etichetta p,ur nella vita semplice della campagna. Due di queste acquistarono una, bella villa sotto Mai,ano, ai ,piedi delle collline di Fiesole, :Lavilla Na circ01 ndata da, poderi ·grandi e molto fruttiferi per generi di orta, gg.f o e stalla trovaindosi alle porte della città; lì giunte liquidarono i contadini e voll{'ro che tutto il terreno fosse ridotto a prateria disseminata, d'alberi di bellezza e da cespugli di :fi,ori.Realizzata oosì la bellissima prateria C-Olll. scandalo grande del contado affarista che vedeva, crescere l'erba per la rabbia degli occhi anziché per la gioia, esse UIIl giorno, come comp,imento dell'opera, ,m,a,ndarono ad invitare le pecore di Sinagoga, cosa naturalissima anche questa per ,chi possegga uina prateria, come invitare belle ed eleganti signore per chi possegga u111 magnifico salotto. Sina,goga era una sin1patica figura di vecchio pastore, gigantesco nel1la persona ora, dura e lenta per la vecchiezza; vestito idi velluto colla fusciiacca rossa in vita, ,grandli catene d'argento alle tasche del pamciotto, un bastone lllella man,o, e i1lcappellone nero di feltro che non levava mai di testa: qualoosa tra il profeta ,dell'antioo testa– mento e il brigante ottocentesco delle vignette. Viveva ool suo gregge superstite lungo il torrente Mrico, e ci viveva con ostinazione in quei luoglii dov'eria 1I1atoe nati i suoi, campagna aiperta un tempo e m1nacciati ora allla, gola dall'inv,adenza, cittadina; lì ,aveva la casa e le rimesse, e le ,sue principali risorse erano gli argilili del ruscello :fiesolano e :Lavicina piaizza d'armi sulla quale aveva dal municipio licenza di pasooilo. Più che ottantenne il bel vecchio non si muoveva dalla porta della casetta, sorvegliava seduto e un po' ,dormente, r-avvivam.dosi per impartire oridini ai familiari e ai garzoni, ragazzi che faceva venire dalla mollltagna, e che obbedivano a cenni o monosillabi all'autorità del patriarca. L'invito dellle dame fu accolto oon gioia e stupore, e un sorriso ne rischiarò la frionte oorrugata dagli anlili. All'ora stabilita, coi tor.si addossati e a testa giù, le pecore si stipavano -paziooti al cancello della dimora gentilizia, i giovani •pastori accoccolati sul cigHo della strada si guardaviano attoniti 1I1ell'attesa, e i grossi cruni maremmani bianchi dal respiro forte, oolla testa alta e la lingua fuori vigi1lavano distesi OOIIl altezzosa tranquillità. L'invito fu ripetuto e divenlile oonsuetudine. Le ;pe– core, oramai cittadine, avvezze a strapparsi fatioosamente il cibo dalla terra secca nella vici1I1 1 anza delle case, u:na volta disper,se in quelll'oceamo verde in tre balletti si facevano una trippa d'a schian– tare, e ritornando a casa la sera camminav,ano piano e a gaimbe larc,,he e tutte Q·rulle. Ad nn certo momento comparivam.o le singo- o C' lari padrone di casa gioiosissime; osservavano le pecore mangiare, BibliotecaGino Bianco

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