Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

STAMPE DELL'OTTOCENTO: LE INGLESI A FIRENZE. Mia Firenze, lo111tanoo v1cmo potrò rmai separare dalla tua, imagine .queste creature che gli occhi videro fra le prime cose, quelle che 1110n è facile dimenticare ? Coi rami dei frutti in fiore, Ulll.abracciata di roselline di gli– cine o di lilla, amemoni, narcisi, fresie, ranun0011i, primole, gÌlllestre, ciclami, giunchiglie, viole, e rose, rose, rose; nelle mattine di pri– mavera così leggère che ,si direbbe fuggita l'aria per lasciarti pas– sare, 111eitramonti rossi d' autu111no, me111tre la luce s'adldensa attardandosi sulle vecchie rpietre, si cullla sull'a0qua verde del- 1' Arno, e nel :pe111siero crescono i fantaismi dei secoli fino a oon - fondersi 111elbagliore dei fanali che si 3JCC€1Ildono lUJil.gole spail– ìette; sull Ponte Veochio, pei rivoletti e i crocicchi d'oltrarno, pel lungarno Acciaiuoli e sotto le logge degli Archibusieri, in Por Samta Maria :fino al Porcellino, oorre.ndo con u111a bro~a in mamo o un candelliere, un boccale, una luoornina, u111a cornicè; di.fe111- derndo gellose l'ala dorata d'u111angelo arnnu111ziatore;ferme sotto un aroo, vicÌlllo ad una porta umi1Ie e piccola ma che ti incute soggezione; sedute ,sullo scalino d'una chiesa o fisse sulle armonie Ìlllaspettate che ad ogni svolto ti offrono le architetture ohe salgono e disce111donointagliandosi alte e 111ettenello ,sfondo del cielo coli.– l'ultima luce dell'oocaso. Veochie illlglesi. Veochie perché legate dal tempo e dall'amore a vecchie c,ose, quelle che ci legano insieme a un rpezz1ettino di questa terra; e più per l'atteggiame111to spirituale che rp,0111e il vostro esile corpo al disopra dei tempi e dell'età. Lontane dal v,ostro paese, fo:vse trorppo realistico e grigio per v-oi, vestite fuor delle mode, fra queste mura fuori deil tempo, dove tutto pare fatto e concluso, dove nulla sembra .si possa più cambiare o aggiungere e 1non rimanga che guardare, trovaste il paradiso dello spirito inquieto e famciullo, o almeno il camevale. Fire111ze fu per ;voi un bell' Apollo imbalsa– mato di cui vi faoeste una religio111e. BibliotecaGino Bianco

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