Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

l l Manzoni illustratore dei « Promessi Sposi >> 11 dico, e lo voglio dire ; a suo dis petto, lo vog1lio dire>> 1 ). Qui il fondo ,di paese 00111feriscequalche co.sa di caratteristico ·all'atteg– giameinto in cui B sorpreso ,do111 Abbondio durante quella passeg– giata beata. Così abbiamo qurusi esaurito l'esame delle scenette oomiche allle quali il Mamzo111i ha aggiunto qualche didascalia. Ne rimangono altre due ,sole. Il finale del Cap. 936) per il quale lo scrittore dà que– sto soggetto: Parte di figwra coWindice d)iina rnano sotto un)oc– chio)· queWatto cioè con cui si b·wrla familiarmente u,no che) cre– dendo d)averla indovinata) s'inganna 2 ). Que.sta volta la did~,scalia !llOnsi richiama a nessuna frase p,recisa del testo, ma invita il Gonin a ritrarre i111 una figura che sembra di furbo ed è ili camzonato, quel do111 Gonzalo Fernandez di 001,dova che aveva fatto fare ricerc0, € fatto chieder notizie di Renzo. Don Gonzalo è uino dei« personaggi d'autorità>> del romamzo, e quindi u1110 di .quelli di cui il Manzo111i fa le più •sottilli e più scaltre caricature. Il ,capitolo termilila con queste parole tutte screziate di mezzi sorrisi : « Non si creda però ,che don Gonzalo, un sig1nore di quella, ,sorte, l'avesse prop,rio dav– vero col povero fil-atore di montagna; che i111form_.aito forse del poco rispetto usato, e delle cattive parole dette da colui al suo re moro illlcatenato per la gola, volesse fargliela ,pa,gare,... Don Gonzalo aveva troppe e troppo gran cose i111 testa, per darsi tanto pensiero de' fatti -di Renzo .... )). Do111 G,0111zalo era un politioone ? Parrebbe. Ma il Manzo111i lo tratta, fatte le debite proporzioni, alla stregua di Ferrer, del 00111te zio, di Ambl'ogfo Spinola; e, come in una frase famosa del romamzo lo aveva dlisegnaito in atto « di baco da seta che cerchi la foglia)), così qui - i111 questo luminoso c-ommento aJl chiaroscuro finale del oap. 26 - lo abbozza in u111 atteggiarrnento ,che, per. essere d'una furberia troppo familiare, scopre la sua so– lita intenzio111ecanzonatoria. L'ultima didascalia comica: Finale del O. 37. D. Ferrante ritto in atto d/argomentare 3 ). È l'immagine del povero aristotelico moo– tre sta facendo il celeberrimo disoorso sulla peste. -Meno notevoli sono i suggerimenti per le vignette serie. Li i111ò[co in breve, c-ommootamdoli dove ocoorre. Tra la fi111e del seco111dlo c-apitolo ,e il principio del terzo, il Mam– zoni racoonta che Lucia, lasciaindo le do111ne radunate per le nozze che .si .sarebbero dovute celebrare, rientra nella stamza terrena 1) Foglio 47a; cfr. l'illustrazione a p. 738. 2) Foglio 32; cfr. l'illustrazione a p. 508. 3) Foglio 46&; cfr. l'illustrazione a p. 726. A questa didascalia seguono due linee cancellate: una cita il testo (« Povera gente! brucerete Giove? etc.»), un'al– tra prescrJve: Fondo: la biblioteca cli D. Ferrante. BibliotecaGino Bianco Fond~tpne Alfred ~ Bibli(\\~ca Gino Bianco

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