Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

l l Manzoni illustratore dei « Promessi Sposi» 9 .sfondo della folla oonfusàmente accennata; iJn 1m ang,Ollo, in pe• 111ombra, il gruppetto di una madre che si chillla verso il piccino per additargli il eardifilale, dà alla vignetta una certa animaziollle da quadretto dli genere. Ancora don Abbondio: il quale è il tema dominante della OO· mici,tà del romanzo ed è ill soggetto che sug.gerisce al M8.lllzoniidea~ . tore dell'ediziOIIle illustrata il maggior 1I1umerodelle didascalie. È questa una delle prove della cura posta dal Manzoni 111:ell'ideare questo pi8.lllo: evidentemente le illlustrazioni dovevano essere un -commento :figurativo del testo, rip:r,odume l'equilibrio delle varie parti, sottolinearne i momenti culmilllanti , 1 ). Il cardinale, dopo il discorso al popolo, ,s'intrattiene con don A~bondio a parlar dei due :fidanzati, « soo~a chiedergli co111to del suo rifiuto di maritarli)>. E don Abbondio se ne va tutto colllteinto, dicendo fra ,sé: «Dunque non sa niente! Agnese è stata zitta: mira00110 ! )). Il ,M3111zo111i pre• scrive: D. Abb. 0 solo) ohe si frega le marl!i 2 ), ricavando da quelle escl,amaziOIIli l'1mica mossa che potessero suggerire. Il do111Ab· bondio del Gonin ha ,due occhietti sf1avilla111ti. Il capitolo .si chiude ·sul pu111to più solenne del deprecato oollo• quio con ill cardinale; e il Manzoni aiddita oome finale la celeber– rima frase « come UIIl pukifilo negli artigli del faloo )) 3 ), che. il Gonin traduce oome può, con un faloo ,superbo - ali spiegate, oorpo pro– teso verso l'occhio grifag1I10e il becco spalamcato - ed un misero galletto arruffato e atterrito nel valilo del cielo altissimo. Come può : nell gaHetto ,si rioonosce benissimo il pavido curato ; rma il falco, trasportato dalla parola alJl' immagine, deforma inevitabilmente il perso1naggio del cardifilale. Qui, mi pare, il Manzoni 1nonha pen· sato che il òlisegno - essendo p,iù completo - mette talora in evi– denza le .stonature che la parola ha evitato. Il fafoo del disegnatore IIlOn può rimanere nei limiti, indeterminati di una similitudirrle. ,Calano i l3111zicheinecchi : su proposta ,di Agnese, dlon Abbondio e Perpetua si avviano co1J1 lei verso il ben munito castello dell'l111no• minato. Ma don Abbondio per istraida è rip,reso dalle solite paure e, ,sul bar:r,occio che li conduce, litiga con Perpetua. « Se ha poi paura anche d'esser ,difeso etc. Ma d. Abb. 0 l'interruppe aspra– mente etc.)): e il M8.lllzoniilll parentesi rfoorda al Gonilil il sito dove avviene il litigi,o: nel baroccio 4 ). Il Mamzoni vedev•a quanto ag· 1) Perciò il Manzoni dovette impiegare parecchio tempo a stendere questo piano : quanto, non saprei. Il manoscritto non offre che queste date : foglio 24, 28 Bb-re; foglio 25, 11 9b-re; foglio 26, 11 9b-re (cancellato). Ma il fatto stesso che il Manzoni al;>bia scritto qualche data, prova che non riteneva che questo potesse essere un lavoro breve.· 2) Foglio 31; cfr. l'illustrazione a p. 481. 3) Foglio 31; cfr. l'illustrazione a p. 492. 4) Foglio 36; cfr. l'illustrazione a p. 570. BibliotecaGino Bianco

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