Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

A.ntholog-ie des E.çsa.ystes Fra:nçais co11temporains 127 ideale». A questo punto interviene il •Suarès a dichiarare che « tutto il pensiero, l'arte, la scienza, la morale .... tutta la presente vita del genere umano è creazione della sola Europa e dei rivieraschi del mare classico» e a denunziare, assieme col Massis, la minaccia asiatica. Se– condo Drieu la Rochelle, l'e9.uilibrio mondiale va spostandosi verso i due poli estremi dell'America e dell'Asia, e, com'egli energicamente si esprime « l'Europe va s' adapter à la situation qui lui est fai te par Mo– scou, Detroit, Canton, ou bien. elle orèvera, abandonnée dans un coin ». Minaccia grave, se dobbiamo constatare col Valéiry la presente deca– denza degli «Ideali», i quali rappresentano il « fatto europeo per ec– cellenza » : « il loro indebolimento negli spiriti coincide con quello delle virtù tipiche dell'Europa». Finita la lettura del volume, e compiuta la rassegna dei saggisti ivi raccolti, si deve riconoscere che esso, con tutte le manchevolezze ine– vitabili in lavori di tal genere, e a cui abbiamo già accennato, ci offre comunque un ritratto vivace e pieno di rilievo delle maggiori tendenze ideali della Francia contemporanea. Comunque, se dovessimo parlare d'i quanto, in questi scrittori diversissimi l'uno dall"altro, permane di atmosfera comune, di un diffuso cc spirito del tempo » che in essi si esprima sotto diverse forme, saremmo gravemente imbarazzati : né ab– biamo molta fede nell'adeguatezza di simili panorami collettivi, che possono tutt'al più venir permessi, senza timore di scarti troppo gravi, per opere e movimenti del passato, per giudicare dei quali soltanto il tempo è in grado di offrirci il necessario recul. Da quanto possiamo con– statare, la crisi della Francia contemporanea, apertasi con l'affare Drey– fus, appare ormai chiusa e saldata negli spiriti d'oggi dal grande av– venimento della guerra. La discussione politica attrae sempre meno i letterati, salvo che si tratti di questioni somme, che possono meglio qualificarsi sociali e morali, come quelle che concernono la posizione degli intellettuali nella società modern;:i,, la ricerca di un ordine poli– tico in astratto, o la supremazia del principio europeo. Il pragmatismo e l'intuizionismo bergsoniano, che negli anni precedenti alla guerra aveva impregnato arte, letteratura e politica, appare intaccato da una parte dal neo-tomismo, che, se anche debole in sede .filosofica, chiama oggi a sé alcuni buoni spiriti, bisognosi di un ordine non fittizio e lun– gamente provato dalla storia; dall'altra dal nuovo razionalismo, che rende profondamente attuali la polemica di un Benda e il moralismo classico di un Alain. Proust, scrittore che grandeggia ogni giorno più come artista nel concetto dei contemporanei, non è giunto ad imporre la sua interpretazione passiva e dissolvitrice dell'uomo. Critici come Crémieux, Marcel Lalou, e specialmente Fernandez, ci si mostrano ' ' . . invece compresi del problema della personalità come umtà e coes10ne di stati psicologici e dell'esigenza di una nuova arte insieme realista ' . . e classica. Che si debba assistere, dopo la grande parentesi romantica del bergsonismo, a una riscossa del tradizionale pensiero francese, in– tellettualista e cartesiano? Se le cose stanno così, si tratterà probabil– mente di un classicismo in qualche modo paradossale, del genere di quello che oggi trova le sue maggiori espressioni nell'arte di un Valéry o nel pensiero di un Alain, che si presentano come estrema punta e BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy