Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

126 Anthologie des Essaystes Français contemporains lets letterari, e da una « Apologia dell'Influenza>> che ci lascia vedere uno degli aspetti, e non il minore, di questo singolare artista, che tempera nella chiarezza d'uno stile formato sui classici la materia dif– ficoltosa e trouble delle sue esperienze morali; Alain, di cui pochi pro– .pos, del resto ben scelti, non bastano ad offrirci un'idea adeguata della complessità della sua opera di moralista fra i più vigorosi della Francia d'oggi; Valéry, rappresentato da alcuni capitoletti sull'Estetica, dove il rigore astratto delle deduzioni intellettuali sottintende le più delicate sfumature psicologiche, e che debbono considerarsi principalmente come documento d'una esperienza artistica individuale, acutamente seguita nel suo sviluppo interno da un poeta dotato di un'estrema coscienza riflessa dei propri mezzi espressivi. Fra gli scrittori di cose politiche e sociali, Siegfried è rappresen– tato da un bel ritratto dell'America d'oggi; Romier, da un saggio sul compito delle aristocrazie nella società moderna e da altri scritti; Em– manuel Berl da alcune pessimistiche considerazioni sul progresso mec– canico, limitatore della libertà umana. Fra i letterati, l'alto dilettan- · tismo e il gusto impeccabile di Valéry Larbaud si esprimono in una patetica divagazione sul piacere della lettura: Ce vice impuni, la leo– ture ... , che è fra le pagine del libro che si leggono più volentieri; Maurois è pi-esente con una garbata analisi dell'amore moderno; il povero Rivière con uno studio su Rimbaud « introduttore al cristianesimo)>; il Jaloux con un saggio sul fantastico e il magico nella letteratura. Non man– cano, fra i più noti, il Crémieux e il Marcel. Dei neo-cattolici, l'assenza di Maritain è iri qualche modo compensata dalla inclusione di Massis. Fra i più giovani, abbiamo Chamson, Drieu la Rochelle, Fernandez, Prévost. E ci si perdonino i nomi che, nella fretta, ci sono mancati sotto la penna. Tutti questi scrittori - critici, politici o romanzieri - si trovano rappresentati, come s'è detto, dai frammenti editi o inediti delle loro opere d'intonazione più propriamente moralistica e «saggistica>>. Né i compilatori debbono aver incontrato molte difficoltà a rintracciarli, data l'indole riflessa e astrattiva degli scrittori stessi, e particolarmente dei giovani, l'opera di alcuno dei quali, come i compilatori medesimi ci avvertono, deve considerarsi principalmente come essai, si tratti pure di racconti o di romanzi. Una delle singolarità del libro- consiste poi nel fatto che di parecchi di questi autori sono stati scelti articoli e saggi attorno alle questioni massime che agitano la cultura del nostro tempo, come i rapporti tra il popolo e gl'intellettuali, o la supremazia europea, minacciata da un lato dal progresso industriale americano, dall'altro. dalla riscossa asiatica, È interessante notare il modo diverso tenuto da alcuno di questi scrittori nel .fissare i termini di quest'ul– timo difficile problema, che agitò pochi anni fa tante polemiche, le quali ebbero qualche riflesso anche da noi. Se dobbiamo credere al Thibaudet, l'americanismo non sarebbe che una filiazione e insieme un aspetto estremo della civiltà europea. Il Siegfried invece, che ebbe modo di constatare de visu, in un recente viaggio agli -Stati Uniti, l'esattezza delle proprie asserzioni, afferma •«che mai i due continenti si sono tro– vati tanto distanti l'uno dall'altro nella loro ispirazione e nel loro BibliotecaGino Bianco

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